Potranno acquistare macchinari e attrezzature per lavorare, trasformare e commercializzare, valorizzare e promuovere i propri prodotti gli apicoltori umbri che, entro il 20 marzo, presenteranno domanda all’“Arusia”, l’Agenzia regionale umbra per lo Sviluppo e l’Innovazione in Agricoltura, per accedere ai contributi che la Regione Umbria ha messo a disposizione delle aziende apistiche.
“Diversamente da quanto deciso il Governo nazionale, che nel 2008 ha azzerato i contributi per il settore – sottolinea l’assessore all’agricoltura Liviantoni – l’Umbria continua ad avere un’occhio di riguardo per l’apicoltura, settore fondamentale per la crescita dell’agricoltura. Non si tratta – dice Liviantoni – di salvaguardare la sola produzione di miele, ma di migliorare qualità e quantità delle produzioni vegetali derivate da impollinazioni entomofile, a tutela dell’ambiente”.
A beneficiare dei finanziamenti (con una priorità per chi non ne ha ricevuti nel biennio 2006-2007, per gli “under 40” e le donne-imprenditrici) saranno le cooperative con almeno cento alveari e le aziende singole e associate che svolgono la propria attività in forma stanziale o nomade nel territorio di una Comunità montana.
Le domande per accedere ai contributi dovranno essere inviate all’“Arusia” (via Fontivegge 51, 06124 Perugia). Altre informazioni sono disponibili sul sito www.regione.umbria.it alla voce “Bandi” e sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria n. 3 del 21 gennaio 2009, parte prima e seconda (supplemento ordinario n. 2 – serie generale).
Secondo i dati dell’assessorato regionale all’Agricoltura e dell’Arusia, in Umbria, dove la gran parte delle vendite viene effettuata direttamente dall’apicoltore, esistono mieli millefiori di buona qualità, spesso misti a girasole, e mieli di melata “apprezzati dai conoscitori”, prodotti soprattutto nelle zone montane di Gubbio, Città di Castello, Colfiorito, Norcia, sui monti Sibillini e dell’Amerino. Non mancano mieli unifloreali come quelli di acacia, castagno, corbezzolo, erba medica, lupinella, pastinaca, stachis, sulla e tiglio.
L’apicoltura più redditizia è nelle zone del Trasimeno e lungo il bacino del fiume Tevere (Perugia, Marsciano, Orvieto, Terni).