Condividi su facebook
Condividi su twitter
I dubbi sugli effetti per la salute aumentano dopo una ricerca italiana

La Commissione europea non solo accelera sulle procedure di autorizzazione, ma apre – per la priva volta dopo 10 anni – alla possibilità di coltivare nuovi organismi geneticamente modificati con tutte le conseguenze, ambientali, economiche e sociali che questo comporta.
La Commissione europea ha proposto di autorizzare nell’Ue due muovi mais biotech per la coltivazione. Per lo stesso mais Bruxelles chiede la riapertura delle frontiere a Grecia e Bulgaria.
Il pacchetto di misure varato da Bruxelles va oltre, in quanto propone di respingere la richiesta della Francia di introdurre una clausola di salvaguardia per sospendere la coltivazione del mais biotech Mon810 autorizzato nel 1998.
Insomma, Bruxelles sembra più che mai decisa a superare lo stallo decisionale in materia di Ogm, obbligando gli stati membri a prendere chiaramente posizione sui singoli dossier.
Fino ad ora, infatti, il via libera all’importazione o al commercio di Ogm e di prodotti derivati è stato deciso in ultima istanza dalla Commissione europea. E questo, per l’incapacità del Consiglio Ue di riunire sui singoli dossier una maggioranza qualificata di paesi favorevoli o contrari.

Da questo momento, quindi, la parola passa ai 27 Stati membri che dovranno prendere posizione quando la proposta approderà – tra circa sei settimane – sul tavolo del Comitato di autorizzazione degli Ogm, nel cui ambito i 27 hanno diritto di voto.
A fronte di queste accelerazioni per fare degli ogm una questione superata, dal mondo scientifico vengono sempre nuovi allarmi.
Già una lettera del Dr. Samorindo Peci del Consorzio Interuniversitario Cerifos, chiede al Ministro della Sanità urgenti ricerche sui Virus “Promoters” (35 S e V 40), patogeni inseriti “artificialmente” nel DNA degli OGM per introdurre il gene estraneo (transgene), ritrovati nel DNA di Virus associati a Linfomi e Leucemie di alcuni pazienti.
Cinque anni di ricerche della Dr.ssa Manuela Malatesta, hanno dimostrato nei ratti alimentati con OGM, anomalie al fegato, ai reni, ai testicoli, confermando i gravi pericoli per la salute evidenziati da altri ricercatori, sempre ignorati .
Di recente, il Prof. Jurgen Zentek ha dimostrato che alimentando cavie con Mais OGM per generazioni successive, queste perdono la capacità di riprodursi in maniera significativa, diventando sterili.

Ora il gruppo di ricerca della Dr. Mengheri dell’Istituto Nazionale di Ricerca per la Nutrizione e gli Alimenti ha effettuato uno studio di valutazione degli effetti del mais MON 810 sul sistema immunitario sia intestinale che periferico di topi, con particolare riguardo alle implicazioni legate allo sviluppo e all’età anziana, quando il sistema immunitario può rispondere con minore efficienza agli stimoli esterni rispetto a quanto accade in un adulto sano. Questo mais è stato geneticamente modificato mediante l’introduzione di un gene, derivante da Bacillus thuringiensis, che comporta la produzione di una tossina insetticida da parte della pianta stessa.

I risultati dopo 30 e 90 giorni di alimentazione proverebbero che, al contrario di quanto accade con il mais naturale, con il MON 810 si sono verificate alcune alterazioni immunitarie che hanno riguardato:
– la percentuale delle sottopopolazioni dei linfociti intraepileliali dell’intestino, della milza, e circolanti
– il livello delle citochine del siero, con un aumento delle citochine infiammatorie (Sono proteine prodotte dalle cellule del sistema immunitario, ma anche da molti altri tipi di cellule, indispensabili per la regolazione del funzionamento del sistema immunitario, generalizzando si possono classificare in citochine anti-infiammatorie e pro-infiammatorie. Un tempo si chiamavano interleuchine, oggi si preferisce citochine proprio per la loro molteplice origine)

Queste alterazioni sono risultate più marcate, e quindi più gravi, proprio a carico dei topi durante lo sviluppo e nell’invecchiamento.
Sarebbe anche risultato che nel mais MON 810 la regolazione di ben 43 proteine ha subito modifiche rispetto al mais normale, e che tra queste risulta presente una nuova versione della proteina gamma-zeina, già nota per essere allergenica.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter