Il Consiglio di Amministrazione di Veralli Cortesi, nella seduta del 29 agosto scorso, ha approvato – informa una nota dell’Ente tuderte – il progetto definitivo dei lavori di completamento del restauro dei dipinti murali all’interno della Chiesa di Cappuccini per l’importo complessivo di 142.965 euro, stabilendo anche di richiedere il finanziamento dell’opera sul bando emanato nel giugno scorso dall’Associazione Media Valle del Tevere GAL in attuazione del PSR 2014-2020, finanziato con i fondi dell’Unione Europea (FEASR), dello Stato Italiano e della Regione Umbria, – Misura 19 del PAL della MVT-Sottomisura 19.2- Azione 8, avente scadenza il giorno 8 settembre 2017.
Entro tale termine, che è stato mantenuto fermo dal Consiglio Direttivo del GAL come prima scadenza del bando che darà luogo ad una prima graduatoria onde consentire al GAL medesimo di iniziare ad impegnare le spese, l’Ente è riuscito a predisporre tutta la documentazione necessaria, compresa la Scheda Tecnica di Misura, nonché a compilare, utilizzando la procedura informatica a disposizione nel portale SIAR Umbria, la domanda di sostegno, a firma del legale Rappresentante dell’Ente ed a trasmetterla al sistema informativo regionale, nonché, mediante consegna a mano, al GAL della MVT, con sede in Torgiano, sia in formato cartaceo che su supporto informatico, con allegata la documentazione prescritta.
I lavori previsti nel progetto definitivo riguardano, appunto, il completamento dell’opera di restauro dello stupendo ciclo pittorico raffigurante “Storie della vita di San Francesco” realizzato dal pittore perugino Gerardo Dottori all’inizio del terzo decennio del secolo scorso per la decorazione interna della “Cappella del Ricovero Cappuccini” allora da poco restaurata, onde darle “un riattamento conveniente”. Il ciclo pittorico tuderte del Dottori può essere considerato come uno dei primi momenti di sviluppo dell’arte sacra in ambito futurista.
È previsto anche il restauro della splendida pala d’altare, olio su tela, del pittore tuderte Andrea Polinori, firmata e datata A.D. 1620, raffigurante” La Madonna posa il Bambino sulle mani del beato Raniero di Borgo e, in gloria, la sante Maddalena e Chiara” e, purtroppo, in pessimo stato di conservazione.
Il progetto prevede, inoltre, il restauro di un’altra pregevole tela antica, di autore ancora sconosciuto, raffigurante “Il sacrificio di Isacco” e databile nella prima metà del ‘600, posta all’interno della struttura, nonché la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione della Chiesa per valorizzare l’importante ciclo pittorico sulla vita di San Francesco ed altri lavori edili all’interno della Chiesa medesima con una contestuale campagna di saggi stratigrafici sui rivestimenti per sospetta presenza di affreschi o decorazioni di interesse storico.
L’opera progettata ed approvata ha come obiettivo la riqualificazione e valorizzazione del patrimonio paesaggistico e architettonico storico culturale, attraverso la riqualificazione della Chiesa presso il borgo di Cappuccini e gli interventi previsti sono finalizzati al miglioramento dell’offerta turistica e dell’offerta didattica a Todi. Una volta terminati i lavori, infatti, potranno essere effettuate delle visite guidate sia per i turisti ed, in particolare, per il turismo religioso dato anche il tema delle opere d’arte da restaurare, che per gli studenti delle scuole primarie e secondarie del territorio tuderte.
Il finanziamento richiesto, ove venisse concesso, come auspichiamo, coprirebbe il 90 per cento della spesa complessiva e quindi l’importo di 128.668 euro, mentre per il restante 10 per cento questo Ente provvederebbe al cofinanziamento con risorse proprie.
La Chiesa di Cappuccini è un bene culturale che fa parte del nuovo Convento che Angelo Cesi, Vescovo di Todi, fece costruire nella seconda metà del XVI secolo nell’area indicata nelle cartografie catastali con il toponimo “I Cappuccini” e nel 1571 assegnò ai frati minori Cappuccini (imitatori dello stile evangelico di San Francesco), i quali vi restarono per circa tre secoli fino al 1863. In precedenza lo stabile era stato un Monastero di monache benedettine, intitolato a Santa Maria Nuova di Pietra Lunga.
L’antico Borgo (ex convento, chiesa e grande parco cinto da mura), che sorge su un piccolo colle ubicato ad est del colle di Todi, è stato acquistato all’asta nel 1883 da Angelo Cortesi e destinato, in vita, a sua casa d’abitazione o “villetta”. Con testamento olografo dell’anno 1902, lo stesso Angelo Cortesi lo ha poi lasciato in eredità, insieme a tutti i suoi beni ed averi presenti e futuri, al comune di Todi con il vincolo di erigere in Todi, nella forma voluta dalla legge e, quindi, nella forma delle ex Opere pie da poco trasformate in Istituzioni pubblica di assistenza e beneficenza (IPAB) dalla legge “Crispi” del 1890, un Istituto o Ricovero di beneficenza per inabili al lavoro.
Il nobile gesto, emerso dopo la sua morte avvenuta il 10 febbraio 1917, trova origine in un suo ideale, non noto in vita, di voler provvedere al soccorso e all’assistenza di coloro “che per infermità naturale o per vecchiaia fossero impossibilitati a guadagnarsi col lavoro il necessario per vivere”, allora che non c’erano né lo Stato sociale né la sanità pubblica universalistica a provvedervi e con preferenza, nell’ammissione al Ricovero, per tutti quelli provenienti dalla campagna.
Il Ricovero per inabili al lavoro fu, infatti, eretto in ente morale con Decreto in data 9 dicembre 1917 del Luogotenente generale di Sua Maestà Vittorio Emanuele III – Re d’Italia e, dopo alcuni lavori di restauro ed adattamento dell’ex convento, venne aperto il 1° gennaio 1919, con 44 posti letto ricavati in quattro grandi cameroni, poi aumentati fino agli attuali 75 con gli ampliamenti successivi.