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Interrogazione in Consiglio Regionale da parte di Maria Grazia Carbonari, consigliere regionale del Movimento 5 stelle
farmacia

“Inspiegabile la mancata pubblicazione della graduatoria per l’assegnazione delle sedi farmaceutiche in Umbria. Siamo ultimi in Italia. La Giunta regionale non risponde a un’interrogazione e a una diffida”. Lo dice Maria Grazia Carbonari, consigliere regionale del Movimento 5 stelle.
“Le farmacie – spiega Carbonari – rappresentano un servizio fondamentale per tutti i cittadini e sono strettamente legate al fondamentale diritto alla Salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione. La spesa per la sanità in Italia è inferiore alla media dei Paesi OCSE, eppure i tagli sistematici e indiscriminati stanno costringendo sempre più cittadini a pagare privatamente farmaci, analisi e cure. Come tutti gli utenti sanno, i meccanismi utilizzati per limitare o ridurre la domanda di prestazioni sanitarie pubbliche sono numerosi: alti ticket sanitari, esclusione di farmaci, analisi, visite e cure, e soprattutto le lunghe liste di attesa, che costringono gli utenti a ricorrere al settore privato anche quando avrebbero diritto a prestazioni gratuite o a prezzo ridotto. La spesa farmaceutica privata è triplicata dal 1992 e in questo contesto di tagli indiscriminati è realistico pensare che il trend non potrà che accelerare”.

“Dal 2008 – prosegue – la componente privata della spesa farmaceutica è aumentata del 21 per cento, a fronte di una diminuzione della componente pubblica del 9,1 per cento. In questo contesto, ormai sotto gli occhi di tutti, diventa fondamentale fare tutto il possibile per poter eliminare tutti gli sprechi. Ciò in Umbria avviene su un doppio fronte. Dal lato della spesa pubblica vi è un inspiegabile sottoutilizzo della Centrale Acquisti della Sanità, un enorme e inutile spreco (già segnalato dalla Corte dei Conti nella ultima Relazione alla Parifica) che avvantaggia le grandi società farmaceutiche a danno della stessa Regione e quindi degli utenti. Dal lato della spesa privata, la Giunta si è resa inadempiente rispetto alla legge dello Stato 24 marzo 2012 n° 27, che prevedeva l’apertura di nuove sedi farmaceutiche (39 in Umbria) al fine di aumentare la concorrenza e quindi migliorare la trasparenza e l’efficienza dei servizi, stimolare l’economia locale grazie all’indotto, nonché ridurre i prezzi per gli utenti finali, già danneggiati dai tagli pubblici. Il concorso prevedeva che entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge (cioè inizio 2013) le Regioni avrebbero dovuto completare le procedure del concorso e assegnare le sedi farmaceutiche vacanti. Mentre tutto il resto d’Italia ha già completato il concorso, dopo oltre 4 anni, la Regione Umbria, non ha ancora pubblicato la graduatoria definitiva, unica ‘eccellenza’ in Italia a non averlo fatto. Va poi aggiunto che tale grave ritardo potrebbe determinare  anche eventuali responsabilità penali e responsabilità risarcitorie per danno da ritardo.  A ciò si aggiunge la  gravità del fatto che a febbraio abbiamo presentato alla Giunta una interrogazione proprio in merito a questo inspiegabile ritardo, interrogazione ancora senza risposta (nonostante l’articolo 86 del Regolamento interno prevede che la risposta vada fornita entro 15 giorni)”.

“A giugno – ricorda Carbonari – ho presentato una formale diffida ai competenti organi della Regione affinché si attuasse la legge e a brevissimo giro; lo stesso Ministero della Salute ha scritto alla Regione Umbria ‘tenuto conto del grave ritardo nella definizione della procedura concorsuale in questione, si chiede di voler far conoscere, con ogni consentita urgenza, quali siano le ragioni di tale lentezza e i tempi previsti per la conclusione del concorso’”.
“In seguito ad un’altra interrogazione consiliare, di luglio 2016, sul medesimo tema (che ha avuto più seguito della nostra evidentemente), l’assessore Barberini garantiva che ‘entro la fine di settembre di questo anno avremo la definitività della graduatoria’. Ancora ciò non è avvenuto. Questo valzer di scuse, ritardi ingiustificati e mancato rispetto della legge deve finire, nell’interesse dei cittadini umbri, della legalità e del ruolo che questo Consiglio deve avere. Abbiamo già chiesto alla Presidente del Consiglio regionale Donatella Porzi di sollecitare la Giunta affinché risponda alla nostra interrogazione, dopo un illecito e ingiustificato ritardo di 8 mesi. In parallelo, procederemo a tutte le iniziative previste dalla legge e dal regolamento affinché questa “Tela di Penelope” trovi finalmente conclusione e continueremo ad attivarci presso le competenti autorità affinché verifichino se ci sono responsabilità, eventualmente a carico di chi fossero, e se questo assurdo traccheggiare sia stato volutamente realizzato nell’interesse di qualcuno”.
“Sia che questo grottesco ritardo – conclude – sia dovuto alla semplice incompetenza di qualcuno, sia che ciò sia stato volutamente perpetrato allo scopo di favorire qualcuno o qualche lobbie che non ha interesse affinché le nuove sedi vengano aperte, questo resta un episodio gravissimo di cui l’intera Giunta dovrà rispondere e fornire gli opportuni chiarimenti”.

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