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Sequestrato dal Corpo Forestale dello Stato un impianto in Abruzzo che produceva "compost" inquinato con metalli pesanti e batteri

Circa 12 mila tonnellate di fanghi provenienti in gran parte da impianti di depurazione delle acque oltre che dall’Abruzzo, anche dalla Toscana, dal Lazio, dalle Marche, dalla Puglia, dall’Umbria e dalla Campania confluivano in un grosso impianto di compostaggio a Montesilvano (Pescara) sequestrato dal personale del Comando Provinciale di Pescara del Corpo forestale dello Stato nell’ambito dell’operazione “Toxic Country”, che ha portato alla scoperta di rifiuti altamente pericolosi.
Alla base del sequestro diverse ipotesi di reato: traffico di rifiuti pericolosi abbandonati nelle campagne coltivate, false attestazioni, emissioni di gas e fumi molesti e altre violazioni al codice dell’ambiente.
Dopo mesi di accurate indagini, la Forestale ha scoperto che nei campioni di compost sottoposti a sequestro sono stati trovati rame, zinco, cadmio, idrocarburi ed elevate quantità di batteri tra cui enterococchi e streptococchi.
Tali sostanze altamente pericolose venivano sparse su centinaia di ettari di terreni agricoli destinati alla coltivazione di grano e foraggi.

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