Condividi su facebook
Condividi su twitter
Il quotidiano di Via Solferino dedica un articolo alla società che si è aggiudicata le licenze WiMax e che si è insediata tra Marsciano e Todi, ridimensionando il ruolo del finanziere Davidi Gilo

Il “Corriere della Sera” si è interessato ieri alla “Ariadsl”,  di recente divenuta semplicemente “Aria” – l’azienda con sede tra Todi e Marsciano, assurta agli onori delle cronache economiche e finanziarie per aver vinto mesi fa la gara per l’aggiudicazione delle frequenze WiMax – interrogandosi in sostanza su chi controlla la società: se a farlo è cioè il finanziere israeliano con casa a Todi Davidi Gilo, come si è scritto finora, o non sia invece in realtà la potente banca internazionale d’investimento Goldman Sachs.

Nell’articolo intitolato “Si scrive Gilo ma si legge Goldam Sachs“, il giornalista Mario Gerevini si chiede appunto “chi ha vinto davvero la gara della scorsa primavera per le frequenze WiMax che ha portato, complessivamente, 136 milioni nelle casse dello Stato”. “La questione e il dubbio, ad oltre cinque mesi dall’assegnazione delle licenze – si legge sul “Corsera” – ruotano intorno a una piccola società umbra, la Ariadsl, appena rinominata semplicemente Aria. E con un assetto da cui spunta la sorpresa”.

Dopo aver raccontato brevemente come è avvenuto l’imbarco in questa impresa da parte di Davidi Gilo, “51 anni, israeliano con cittadinanza Usa, uno che nel ’99 vendette la propria azienda (Dsp Communications) a Intel per 1,6 miliardi di euro e che poi creò la Gilo Ventures per investire in aziende”, il quotidiano di Via Solferino entra nel vivo della questione, ricostruendo cosa è accaduto dopo l’acquisto dei diritti d’uso per 15 anni delle licenze Wimax, con una spesa iniziale di 47 milioni di euro, la programmazione di altri 250 milioni di investimenti e l’annuncio dell’assunzione di oltre mille persone.

“Nel frattempo – scrive il Corriere della Sera – sono emersi alcuni particolari degli accordi con uno degli altri soci, ritenuto fin dall’inizio di minoranza e puramente finanziario: Goldman Sachs. O meglio, due fondi del gruppo: Elq Investors e Goldman Sachs Investment Partners Holdings Offshore.
Gli accordi contrattuali riguardano la holding olandese che controlla al 100% la Ariadsl di Todi (aspetto di cui TamTam online aveva riferito mesi fa, ndr). Che cosa dicono questi patti parasociali sottoscritti in Olanda? Che Goldman Sachs ha prerogative di governance tali da possedere il controllo esclusivo diretto della holding e quindi indiretto della società vincitrice della gara. E Gilo, dunque? Le sue azioni – è il succo dell’analisi – «pesano» meno di quelle di Goldman. Per sostenere lo sviluppo è stato infatti necessario ricapitalizzare la capofila olandese e Goldman ha sottoscritto il 40% delle azioni di classe C, una percentuale che nei complessi meccanismi di governance è sufficiente a bloccare decisioni strategiche fondamentali come business plan, nomina dell’amministratore delegato e approvazione del bilancio. Abbastanza – è la conclusione di Gerevini – per rimanere con il dubbio: il vero vincitore del WiMax italiano è stato mister Gilo o Goldman Sachs?”.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter