“E’ frutto di una delinquenziale immissione di sostanze dannose da parte di qualche attività”; “se disgraziatamente non si riusciranno a fare nomi e cognomi, il sistema ecologico del bacino del Tevere attorno a Perugia, con la sua specificità e straordinaria ricchezza, rischia seriamente di subire un colpo mortale. Alla faccia di tutti gli interventi di valorizzazione del parco fluviale del Tevere”.
Con queste parole si sono trovati uniti nello stesso scopo il consigliere regionale Aldo Tracchegiani (La Destra) ed il capogruppo di Rifondazione comunista a Palazzo Cesaroni Stefano Vinti.
Quest’ultimo ha poi precisato che “per prevenire ulteriori disastri ambientali nell’importante corso d’acqua che attraversa l’intera regione è necessario chiarire con precisione e con il massimo zelo le responsabilità delle attività industriali che hanno causato lo sciagurato evento di fine luglio ( grossa moria di pesci) e a questo fine individuare quali scarichi illegali siano all’origine dell’avvelenamento del fiume”.
Per il rappresentante de “La Destra” la “situazione dei fiumi umbri, dopo tre settimane dalla prima moria di pesci del Tevere, rimane critica e la maggioranza alla Provincia ed alla Regione non riesce a porvi rimedio”.
“Occorre un sistema di vigilanza efficace, in grado di monitorare rigorosamente il territorio – scrive Tracchegiani – non solo sul fronte dei prelievi abusivi dell’acqua, ma anche sugli scarichi provenienti dalle attività antropiche che rappresentano una seria minaccia, viste le condizioni attuali dei corsi d’acqua”.
Il medesimo consigliere sollecita una immediata discussione della sua proposta di legge, datata 2006, “sull’istituzione della ‘Sentinella ambientale’, figura debitamente istruita nel monitoraggio e nella tutela del complesso ecosistema che vede ambiente, caccia, parchi, laghi e fiumi come un tutt’uno strettamente connesso”.