La temuta era dei robot potrebbe essere iniziata in una poco nota (Reading) università inglese che però, secondo le classifiche stilate dal “The Times”, si trova costantemente nei primi dieci posti per la ricerca.
Un gruppo di scienziati di diverse discipline ha messo a punto un robot che è controllato da un cervello biologico formato da neuroni coltivati in vitro.
Il cervello biologico del robot è costituito da una coltura in vitro di neuroni che sono disposti intorno ad una serie di elettrodi multipli (MEA). Ciascun Mea è costituito da una sessantina di elettrodi che raccolgono i segnali elettrici trasmessi dalle cellule.
Questo complesso meccanismo è usato per guidare i movimenti del robot. Ogni volta infatti che il robot si avvicina ad un oggetto, alcuni segnali vengono trasmessi attraverso gli elettrodi al cervello. In risposta i segnali in uscita dal cervello vengono usati per direzionare le ruote del robot a destra o a sinistra, così il suo movimento è circolare fino a quando non tocca l’oggetto.
Il robot, spiegano in un comunicato i ricercatori, non è azionato nè da un computer a distanza nè da un uomo. Il suo unico centro di comando è il suo cervello biologico. Ora i ricercatori stanno cercando di insegnare al robot di muoversi all’interno di spazi predefiniti.
Questa scoperta che va al di là di qualsiasi risultato raggiunto fino ad oggi, rappresenta un importantissimo passo in avanti per analizzare nel dettaglio come la memoria manifesta se stessa nel cervello e come il cervello stesso è in grado di immagazzinare pacchetti di dati specifici.
Questo può favorire la comprensione dei processi neurodegenerativi che sono alla base di malattie come l’Alzheimer o il Parkinson, ma non va sottaciuto il timore di un uso che potrebbe portare alla realizzazione di macchine pensanti in proprio come nei più terrificanti film di fantascienza.