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Quando non è assolutamente indispensabile preferiamo non parlare di persone ma di fatti, idee, programmi. Però l’ennesima scemeggiata (non è un errore, è proprio SCEMEGGIATA) delle dimissioni di Costanzi ci costringe a entrare in una questione che per il suo squallore non dovrebbe neppure entrare negli argomenti delle persone serie.
Intendiamo dire che il Sindaco, già da molto tempo, avrebbe dovuto affrontarla e risolverla da uomo prima che da politico, mostrando gli attributi e rifiutando di farsi umiliare.
Avrebbe risparmiato ai cittadini, e soprattutto all’Istituzione che rappresenta, questa vergognosa tragicommedia.
Che storia è questa, delle dimissioni non protocollate?
Costanzi pensa di essere talmente indispensabile da creare un’ondata oceanica di persone che andranno a piangere sotto la sua casa pregandolo di ripensarci?
Non conosce il detto “le dimissioni non si annunciano, si danno”.
Si sa, i socialisti sono portati ontologicamente alla trattativa, però qui si tratta di mercanteggiamento, anzi di mercato delle vacche.
Ma non vorremmo si pensasse che ce l’abbiamo con Costanzi: la sua presenza e il suo attivismo nella giunta sono stati talmente impercettibili che fatichiamo perfino a ricordare il suo volto.
Il punto è: cosa mai può interessare alla città se il vice Sindaco sarà Costanzi invece di Pipistrelli? E’ una carica onorifica il cui esercizio non aiuterà in alcun modo a risolvere concretamente i tanti problemi di Todi.
La gente è stufa di questo modo di fare politica, basato sulle ambizioni personali a discapito di fatti, azioni, progetti, insomma a discapito della collettività.
La crisi vera è la scarsa capacità di questa Amministrazione di portare avanti il programma per il quale era stata eletta, l’assoluta impermeabilità alle richieste e alle esigenze reali della società civile, che vede disgregarsi l’apparato economico produttivo, vede degradarsi una città che dovrebbe avere nella bellezza e nella vivibilità i propri punti di forza, e invece muore giorno dopo giorno nel disordine e nell’abbandono.
A chi importa niente se Buconi punta i piedi per piazzare i suoi fedeli, a danno dell’altra anima del partito, che difende Pipistrelli?
Per far uscire allo scoperto Buconi, chiediamogli di impegnarsi pubblicamente.
Se il suo interesse è veramente il bene della città, e se verrà accontentato nel risolvere questa cosiddetta crisi nel modo che piace a lui, è disposto a giurare che di qui a tre anni non accetterà alcun tipo di incarico retribuito, né in Umbria né in altra regione?
Il PSI di Todi, con l’ala buconiana e quella romettiana, ha due anime.
Due anime sono tante, troppe. Basterebbe avere una coscienza.

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