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A seguito del corteo organizzato Giovedi 13 Gennaio dal Blocco Studentesco, il PD intende chiarire la sua posizione.
Non si discute il diritto sacrosanto di manifestare la propria opinione, diritto peraltro sancito dalla Costituzione, garantito e riconosciuto in un paese democratico. Occorre però porre attenzione alle modalità con cui esso si esercita.
Il blocco studentesco legato a Casapound, movimento della destra estrema e noto per la sua intolleranza nei confronti degli immigrati nello slogan da esso utilizzato “assaltando rideremo” esprime i toni violenti della protesta. A dimostrazione di ciò, gli organizzatori del corteo hanno cercato di impedire ai Giovani Democratici la distribuzione di materiale che aveva lo scopo di informare e spiegare l’insussistenza delle ragioni di protesta della manifestazione.
Gli organizzatori rivendicano il diritto a esprimere le proprie opinioni e poi impediscono di dimostrare quelle altrui.
uno dei punti per cui è stato effettuato il corteo e’ lo spostamento del convitto femminile vicino alla Caritas, Caritas che ospita persone definite dal Blocco come “clandestini”. Tale affermazione risulta essere palesemente pretestuosa ed errata dato che coloro che vengono ospitati presso le strutture della Caritas sono persone identificate e beneficiari di un diritto di protezione, in parte derivante dall’applicazione del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati ed in parte da quello di Emergenza della Prefettura in quanto gli stessi fuggono da condizioni di guerra e violenza.  Ad opporsi civilmente alla manifestazione del Blocco tantissimi studenti, intervenuti in modo pacifico per esprimere il proprio dissenso contro il rischio di utilizzare termini e slogan inappropriati, che fomentano la diffusione di sentimenti di intolleranza e violenza.
Ribadiamo pertanto il diritto ad esprimere e manifestare  la propria opinione, ma prendiamo senza dubbio le distanze da una  modalità così poco propensa e disponibile  all’accoglienza ed al confronto perdendo l’umanità che ci contraddistingue in quanto esseri umani  ma confermando a gran voce il diritto a poter continuare a vivere dignitosamente ed in pace contro chi invece cerca di  incrementare fenomeni di xenofobia e mettendo in discussione situazioni giuridiche personali riconosciute e tutelate, tra l’altro, da strumenti di diritto nazionale e internazionale.

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