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L’argomento variante al PRG Ponterio è troppo importante perché lo si affronti con i soliti metodi da politicanti da strapazzo, che ritengono di potersi permettere di tutto,  perché tanto gli Italiani (i quindi anche i Tuderti) hanno la memoria corta, e quindi chi si ricorderà i nomi di coloro che oggi stanno per fare scelte che possono determinare l’affossamento definitivo della nostra Città?
Da un po’ di tempo ci tirano la giacca, da diverse parti, sperando che cadremo nel tranello di schierarci per una delle tante fazioni che animano la scena politica tuderte.  Non hanno ancora capito che per noi non esistono parti, ma idee e programmi.
Abbiamo accolto con soddisfazione e con fiducia l’impegno della maggioranza che in occasione del rinvio del Consiglio comunale sull’argomento aveva preannunciato una consultazione ampia.
Non vogliamo prendere per oro colato questo impegno (di promesse mancate di questa Amministrazione ce ne sono state fin troppe), ma nemmeno buttare tutto a mare. Stimoleremo, con tutti i mezzi, a fare questa consultazione.
Ma mettiamo in chiaro due cose:
1) non faremo mosse che diano l’alibi ai furbetti e agli sceriffi per dire “con questi non si può dialogare”.
Quindi non faremo la corsa a chi fa le cose per primo. A noi basta correre perché le cose siano fatte bene. CHIUNQUE LE FACCIA.
2) non accetteremo il trucchetto di fare un’assemblea anziché un Consiglio comunale. Anche i bambini (soprattutto quelli vestiti da sceriffo) sanno che solo il Consiglio garantisce il dibattito, con tempi fissati per ogni intervento, con un moderatore che garantisca che non la si butti in rissa, con lo streaming, e soprattutto con la valenza istituzionale che nessuna assemblea può neppure lontanamente assicurare. Alle assemblee ci va chi ci vuole andare, le diserta chi vuole delegittimarle. I risultati di un’assemblea non saranno mai lontanamente paragonabili alla valenza di un Consiglio.

Noi 5 Stelle siamo un po’ strani. Per noi fare opposizione vuole dire argomentare, quando si hanno argomenti, alla ricerca di soluzioni di problemi. Vuole dire criticare anche duramente, quando si hanno dubbi. Vuole dire proporre, quando si hanno idee.
E comunque bisogna prima provare a lottare “per”, e solo dopo lottare “contro”.
Fare opposizione non è opporsi sempre e solo per principio.
Altrimenti si rimane nella logica meschina di maggioranza e minoranza: siamo di più, quindi vi meniamo. Siamo di meno, quindi vi aspettiamo nel vicolo buio per menarvi quando sarete separati.
A Todi siamo veramente messi male. “Leoni al bar e pecore in piazza”, dice il Saggio. Ma questo, tutto sommato,  non ci stupisce.
Il dramma è che alla protesta vuota e pigra si affianca un’attesa messianica di qualcuno che risolva i problemi sollevandoci dall’onere di fare e di pensare.
Basta guardare sui blog: appena uno scrive una frase lunga almeno 6 righe contenente più di due congiuntivi viene acclamato come futuro Sindaco.
Appena uno ha un’ideuzza in testa, anche una sola, dice che farà una lista civica.
Ma la collettività dov’è? Il senso di appartenenza, di cittadinanza, di coesione sociale, insomma un minimo comune denominatore che dovrebbe raccogliere insieme quelli che hanno qualcosa in comune (l’amore, o quanto meno l’interesse, per Todi)?
Qui si tifa per delle squadre che non figurerebbero bene neanche in un torneo di calcetto .
Qui si punta solo alla visibilità personale. Che non è basata più sul merito, l’intelligenza, le capacità, l’autorevolezza, l’affidabilità. Bastano un po’ di “like” su Facebook.
Qui non basta cambiare verso, bisogna cambiare modo.

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