Condividi su facebook
Condividi su twitter
Anche il celebre Lunario di Foligno tra i documenti di Convivium 2.0, mostra della Regione Umbria e Accademia di Belle Arti "Pietro Vannucci" di Perugia
barbanera

Il celebre Lunario Barbanera che dal 1762 nutre il pianeta, cura la terra e trasmette i suoi saperi, è approdato a Milano, negli spazi del Padiglione Italia di Expo 2015.

A portarcelo la Regione Umbria, accolto alla prestigiosa “tavola” di “Convivium 2.0. La diffusione del sapere come cibo per la mente”, mostra ideata e realizzata dall’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, allestita dallo studio Zup Associati e visitabile fino al 20 agosto.
Un’occasione davvero straordinaria per lo storico Lunario che ancora oggi, in una sintesi di passato, presente e futuro, fa dialogare nelle sue pagine tradizione e contemporaneità.

Una lunga storia, la sua, iniziata a Foligno nel 1762, ma che ancora oggi scorre nella filigrana del paese Italia con il saper dire e il saper fare, le buone pratiche della vita quotidiana, dei raccolti e del cibo, coltura, che si fanno coltura, cultura e scrittura, nutrimento di corpo e mente.

Temi tornati oggi di grande attualità, e che Barbanera, “sostenibile” per vocazione, non ha mai abbandonato. Oggi come ieri scandisce il tempo e le attività, nell’orto, in casa, in cucina, con le stagioni e con la Luna. E con l’intento preciso di “coltivare”, un genere letterario, popolare e di ampia diffusione, quello dell’almanacco, connaturato alla terra umbra, tra antichi e sempre nuovi saperi e conoscenze.

Anche per questo Barbanera ha conquistato il suo posto a “Convivium 2.0″, evento espositivo che mostra al mondo il ruolo da protagonista dell’Umbria – tra passato e futuro – nella diffusione di valori e saperi, in particolare di quelli agricoli, erboristici e legati al cibo. “… Quando poi – racconta la mostra – nel XVIII secolo si sono cominciati a diffondere testi volti a divulgare le sempre più frequenti innovazioni scientifiche, gli stessi proprietari terrieri… hanno promosso la pubblicazione di lunari e almanacchi che hanno rappresentato le prime forme di didattica rurale e che hanno portato, in breve tempo, all’Istituzione delle Facoltà di Agraria.”

Uno straordinario riconoscimento quindi anche per “il Barbanera” che dopo il francobollo celebrativo e la candidatura Unesco alla Memory of the World, riempie di soddisfazione la Fondazione Barbanera 1762 e l’Editoriale Campi che ne cura ogni anno l’edizione: “Essere con l’Umbria ad Expo 2015 – commentano – è motivo di orgoglio.
E non solo per noi. Barbanera è patrimonio di tutti, è una piccola tessera nel mosaico della cultura italiana che dall’Umbria ha travalicato i confini regionali e nazionali portando con sé la sua storia e la sua scienza. Valorizzarlo è quanto dobbiamo al nostro tempo, ma anche a quanti, dal Settecento ad oggi, hanno alimentato questa tradizione ora nelle nostre mani.
Siamo davvero grati alla Regione Umbria e agli ideatori della mostra, l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, guidati dal prof. Paolo Berardi.
Essere insieme a giganti quali san Benedetto, san Francesco, Castore Durante, la Divina Commedia, veder riconosciuto al Lunario un ruolo significativo nella storia della scrittura – dagli amanuensi alla più attuale arte tipografica -, dei saperi e delle pratiche della terra, del cielo e della loro trasmissione è qualcosa di straordinario. Dà un senso profondo a questo nostro lavoro di proiezione nel futuro della vocazione di una regione, di un territorio, di una comunità”.

Perché Barbanera oggi è qualcosa di più. È una Fondazione impegnata nella conservazione, nella ricerca e nella raccolta dei saperi affidati alla letteratura d’almanacco, con una raccolta di oltre 50.000 documenti di cui una parte consultabili online.

È un orto giardino dove la Luna segna il ritmo alle pratiche di colture sostenibili, ispirate ai valori della biodiversità.
È una casa editrice, l’Editoriale Campi, da dove “il Barbanera” contemporaneo continua a raggiungere l’Italia e il mondo, portando, oggi come ieri, il suo messaggio di sostenibile armonia tra l’uomo, il cielo e la terra.
“Con qualche anticipo sui tempi – continuano dalla Fondazione Barbanera 1762 – sorprende leggere parole tanto attuali nell’edizione del 1849: “Se noi diciam che ingrata la terra si dimostra, è falso, che la colpa è solamente nostra. Non ci curiam di porre assiduo impegno ed arte nel coltivarla ed essa i doni non comparte”. Impegno ed arte, tradotto: consapevolezza e conoscenza. Più Expo 2015 di così!

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter