L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato, con 13 voti favorevoli della maggioranza (Pd, M5S, Avs, Tp-Ud) e 8 contrari della minoranza (FdI, FI, Lega, Tp-Uc) il disegno di legge “Disposizioni in materia di tributi regionali” presentato dalla Giunta regionale.
Prima del voto finale è stato approvato un emendamento, interamente sostitutivo del testo, proposto dall’assessore Tommaso Bori. È stato invece bocciato un emendamento, firmato da tutti i consiglieri di minoranza, che chiedeva l’abrogazione dell’articolo riguardante l’aumento delle aliquote Irpef. Soppressi, dopo l’approvazione dell’emendamento della Giunta, altri due emendamenti della minoranza che chiedevano l’abrogazione dell’articolo riguardante l’aumento dell’Irap e l’articolo sulla tassa automobilistica.
Nella relazione dell’emendamento si legge che la riduzione dei trasferimenti alla regione Umbria di circa 40 milioni va a sommarsi al deficit strutturale di 34,2 milioni di euro del consolidato regionale della sanità, e alla necessità di risorse per la ricostituzione del fondo di dotazione delle aziende sanitarie pari a 38,5 milioni, rateizzato in tre annualità.
La necessità di garantire la continuità dei servizi essenziali ha determinato l’obbligo di attivare la manovra fiscale per recuperare le risorse indispensabili per assicurare: un sistema sanitario pubblico efficiente, accessibile e di qualità per tutti i cittadini; il sostegno per un efficiente e sostenibile trasporto pubblico locale; il sistema del diritto allo studio e dei servizi agli studenti; il potenziamento degli interventi nell’ambito sociale ed educativo e di contrasto alla povertà; lo sviluppo economico, le politiche attive del lavoro, la cura dell’ambiente e del territorio; il cofinanziamento integrale dei programmi comunitari fino ad oggi insufficiente.
Le politiche di garanzia minima per la coesione sociale e la tenuta del sistema regionale che si intendono realizzare – si legge ancora nella relazione – richiedono importanti risorse per reperire le quali si è deciso di intervenire sulle leve fiscali parametrandone il più possibile l’effetto in base ai redditi e salvaguardando quelli più bassi.
In particolare, la maggiorazione dell’addizionale regionale all’IRPEF dal 2025 opera con progressività su tutti e quattro gli scaglioni di reddito. Viene però introdotta una detassazione dell’intera maggiorazione di aliquota regionale per i redditi fino a 28mila euro. Per i redditi da 28 a 50mila viene introdotta una detrazione di 150 euro. La proposta prevede l’applicazione di nuove aliquote dell’addizionale regionale di 0,50% fino a 15mila euro, 1,79% tra 15mila e 28 mila euro, dell’1,89% per lo scaglione tra 28 mila euro e 50 mila euro, del 2,1% per lo scaglione di reddito imponibile superiore a 50 mila euro.
La manovra prevede per il 2025, il 2026 e il 2027 la non applicazione delle maggiorazioni previste per i redditi fino a 28mila euro. Per l’IRAP, dal 2026, c’è una maggiorazione dello 0,40% sull’aliquota ordinaria (3,90%). Con questo emendamento la Giunta non interviene sul bollo auto.
ORDINI DEL GIORNO
Prima del voto definitivo sul provvedimento è stato approvato un ordine del giorno, presentato dai consiglieri di maggioranza, “per la salvaguardia del sistema sanitario regionale” che impegna la Giunta “a proseguire il rafforzamento della sanità pubblica regionale, contrastando i processi di privatizzazione in atto, come previsto nelle linee programmatiche di mandato e a costruire, attraverso la partecipazione, un Piano socio sanitario regionale basato su criteri di efficienza, sostenibilità e qualità dei servizi erogati anche attraverso la riorganizzazione dell’offerta territoriale, ospedaliera e il rafforzamento del personale sanitario, con particolare attenzione alla medicina di prossimità.
A prevedere nel Piano sociosanitario regionale il rafforzamento del sistema di prevenzione con particolare riguardo alla popolazione a rischio e promozione di corretti stili di vita anche mediante politiche che mirano all’invecchiamento attivo e al sostegno delle fragilità; il potenziamento del sistema di sorveglianza epidemiologica e contrasto alle emergenze sanitarie anche con la programmazione degli interventi per il benessere animale e a tutela della sicurezza degli alimenti in un’ottica One Health; la qualificazione ed il potenziamento dell’offerta clinico-assistenziale e socio-assistenziale attraverso l’innovazione e la differenziazione dei servizi con livelli di specializzazione crescente; lo sviluppo di sistemi di cooperazione tra ospedali-territorio e territorio-territorio per la creazione di reti cliniche interaziendali funzionali secondo i principi di sicurezza delle cure e la gestione in prossimità della persona; azioni per la riduzione delle disuguaglianze nell’erogazione delle prestazioni sanitarie anche attraverso il miglioramento all’accessibilità ai servizi e dei tempi di attesa; sostegno a politiche innovative in materia di ricerca sanitaria, anche mediante il potenziamento del sistema delle reti e la promozione del trasferimento tecnologico; supporto dell’innovazione tecnologica con l’adeguamento delle dotazioni infrastrutturali degli enti del Ssr, supporto alle politiche nel campo delle sperimentazioni cliniche e delle politiche sul farmaco attraverso la creazione di sistemi di medicina di precisione; investimenti sulla ‘sicurezza del dato’ con lo sviluppo ed interoperabilità dei sistemi digitali, la diffusione dei sistemi di e-Health; potenziamento del rapporto con l’università con la creazione di una collaborazione di valore per la didattica e per la realizzazione di progetti ricerca nell’area medica e delle professioni sanitarie, sia sul versante biomedico che su quello della organizzazione dei servizi sanitari, volti a sviluppare procedure diagnostiche e terapeutiche innovative e a favorire il rapido trasferimento applicativo delle acquisizioni sperimentali; sviluppo delle politiche del personale con il sostegno di azioni per la valorizzazione dei professionisti sanitari, anche dando adeguato riconoscimento alle prestazioni svolte e compensando maggiormente le funzioni per le quali si registrano carenze, tra cui i servizi per l’emergenza urgenza.
A realizzare un sistema integrato di programmazione e controllo della spesa sanitaria, che preveda il coordinamento strutturale tra il bilancio della Regione e i bilanci delle quattro aziende sanitarie umbre, con l’obiettivo di garantire una visione unitaria del fabbisogno e dell’utilizzo delle risorse. A rafforzare gli strumenti di monitoraggio e valutazione delle performance gestionali e sanitarie, con particolare attenzione agli scostamenti di bilancio, ai costi standard e ai livelli essenziali di assistenza.
A prevedere, nel quadro delle prossime manovre di bilancio e pianificazione sanitaria, misure di razionalizzazione della spesa che tutelino i servizi essenziali e valorizzino le buone pratiche già presenti nel sistema sanitario regionale. Analogamente a quanto avvenuto per i direttori, a valutare l’opportunità di un riassetto delle spese ed una più efficiente riorganizzazione della dirigenza e delle posizioni organizzative dell’ente regionale.
A provvedere alla predisposizione di un nuovo piano di alienazioni, al fine di conseguire una razionalizzazione e messa in economia dell’ampio patrimonio regionale spesso composto da beni diffusi nel territorio e sottoutilizzati dall’ente.
A promuovere il massimo coinvolgimento dell’Assemblea legislativa e delle Commissioni competenti, favorendo un confronto costruttivo e continuo tra Istituzioni, professionisti del settore, enti locali e comunità locali. A sostenere, in sede di Conferenza Stato-Regioni, la necessità di un adeguamento del finanziamento del sistema sanitario umbro, al fine di ottenere strumenti di flessibilità e sostegno adeguati alla realtà finanziaria regionale”.
Respinti anche 2 ordini del giorno presentati dai consiglieri di minoranza uno che impegnava la Giunta “a destinare le risorse finanziarie derivanti dall’applicazione dell’atto per finalità legate esclusivamente all’ambito sanitario”; il secondo che impegnava la Giunta “ad introdurre un sistema di detrazioni che mitighi l’impatto dell’aumento dei tributi regionali in relazione al numero dei componenti il nucleo familiare per la parte di entrate derivanti dall’applicazione della legge regionali eccedenti la quota di 34 milioni 200 mila euro per la tutela della salute”.