La situazione della sanità in Umbria è critica e le recenti ipotesi di commissariamento o di aumento dell’IRPEF per far fronte al disavanzo richiedono un’analisi attenta. Come SPI CGIL, riteniamo che il commissariamento non sia la soluzione: questa ipotesi è la conferma di una cattiva gestione da parte della giunta precedente sia in termini economici che in termini di prestazioni e che sicuramente rischierebbe di peggiorare ulteriormente la qualità dei servizi per i cittadini.
Tuttavia, sull’ ipotesi apprese dai giornali di un incremento dell’IRPEF è urgente un confronto per evitare che colpisca in modo indiscriminato, cosa che non è accettabile. La strada da seguire deve essere quella di una maggiore progressività fiscale, affinché il peso maggiore ricada sui redditi più alti e non sulle fasce più deboli della popolazione, pensionate e pensionati, già gravate da provvedimenti governativi che ne hanno penalizzato la rivalutazione e che hanno già scontato una sanità pubblica in difficoltà. La priorità deve essere garantire un servizio sanitario efficiente e accessibile, senza scaricare il costo della mala gestione su pensionati e categorie fragili.
A peggiorare ulteriormente la situazione è stato il recente taglio di 40 milioni alla sanità pubblica introdotto dal governo nell’ultima legge di bilancio. Un taglio che noi di SPI CGIL avevamo già denunciato e contrastato con la nostra mobilitazione, consapevoli delle ricadute pesantissime che avrebbe avuto su un sistema sanitario umbro già in sofferenza.
Da anni denunciamo il progressivo smantellamento della sanità pubblica in Umbria: negli ultimi cinque anni ci siamo mobilitati e abbiamo organizzato due manifestazioni regionali e una raccolta firme per portare all’attenzione della giunta regionale i problemi del sistema sanitario. Eppure, non siamo mai stati convocati per un vero confronto. Questo è, e resta inaccettabile.
È necessario un cambio di metodo: le organizzazioni sindacali devono essere coinvolte nelle decisioni che riguardano la salute dei cittadini.
il nostro ruolo, quello che testardamente e convintamente difendiamo non è solo quello di denunciare, ma di contrattare per garantire un sistema sanitario pubblico equo ed efficiente.
Lo SPI CGIL continuerà a battersi e mobilitarsi affinché il diritto alla salute sia una priorità reale e non un problema.
Per questo non serve come già visto in passato nascondere la polvere sotto il tappeto, ma serve un confronto vero, serio e strutturato, che metta al centro il futuro della sanità pubblica umbra e coinvolga chi da anni si batte per difenderla.
Senza scorciatoie.