Un’impresa sociale in Umbria che ha stravolto il modo di pensare e di fare politiche giovanili in tre regioni, grazie al lavoro continuo con le amministrazioni, il Centro di Ricerca sulle Politiche Giovanili, composto da giovani, che decidono di mettere per iscritto un documento che possa dare voce alla loro generazione e da cui possa attingere la classe politica attuale. Tutto ciò si trasforma in un vero e proprio invito ai candidati delle regionali in Umbria ad aprire gli occhi sulla questione giovanile e a puntare tutto sui giovani, fidandosi non di metodologie e consigli astratti, ma della voce diretta di questi.
Così, Generazione T, a meno di un mese dalle elezioni regionali in Umbria, la sua regione di appartenenza, decide di pubblicare il documento “L’altra Umbria”. All’interno del documento, oltre alla storia di una delle poche imprese sociali totalmente composta da giovani under 35, 10 proposte per le politiche giovanili del futuro.
Con la pubblicazione di tale documento Generazione T si mette a disposizione dei candidati, garantendo a breve anche la possibilità di sottoscriversi alle proposte.
Nel documento si affronta in maniera precisa e specifica il nucleo dei problemi che circondano le politiche giovanili della Regione Umbria, intendendo queste come quel circostanziato ambito politico entro cui far ricadere misure a favore del mondo giovanile.
Ciò che viene detto nei dieci punti parte, dunque, dall’idea che sia oggi necessario entrare nel merito delle politiche giovanili regionali, poiché la scarsa esperienza pregressa sul tema rende questo un settore ad altissimo margine di possibile innovazione.
Nasce così “L’altra Umbria”, un piano di 10 proposte per riformare la struttura delle politiche giovanili umbre, dal regionale al locale.
“Lo sforzo di dare vita a 10 proposte è stato fatto nell’idea di poter contribuire attivamente alle politiche che verranno realizzate nella prossima legislatura –dichiara Adriano Bertone, Presidente di Generazione T – L’Impresa Sociale lavora da anni per saldare la fiducia tra giovani e amministrazioni e questo documento si pone come una saldatura iniziale, ma delle più forti. Avere, all’interno del proprio programma, delle proposte che provengono giovani, che risiedono e lavorano nella Regione Umbria, vuol dire rendersi degni di fiducia da parte di tutte quelle fasce di età che nella politica non ci credono più. Noi giovani ci stiamo provando a cambiare non solo il futuro ma anche il presente, le politiche giovanili sono ciò che ci permettono di farlo, il tempo sarà il giudice che si pronuncerà sulla nostra capacità di farlo”.
Le 10 proposte iniziano da una necessaria riforma della governance delle politiche giovanili, nel dettaglio è infatti impensabile rivalutare le politiche giovanili, a livello locale e regionale, se prima non viene fatta una seria riforma della governance.
Tra altre proposte, focalizzandosi sulla costruzione di una narrazione del territorio umbro come rivolto alle nuove generazioni, e riprendendo una proposta di Generazione Lucana, si ritiene importante immaginare che la Regione Umbria possa istituire una Zona Economica Giovanile (ZEG), all’interno della quale riconoscere vantaggi fiscali ai giovani interessati ad investire tempo, denaro e competenze in Umbria.
A seguire, un’altra idea su cui si elabora il documento, è la possibilità (già avviata) di creare una Filiera Intergenerazionale, che possa permettere di appianare una delle maggiore disuguaglianze intergenerazionali esistenti: la questione del digitale. Tutto ciò, in parte, è possibile ed è stato attuato dall’impresa sociale Generazione T grazie allo strumento dei Digipass, si propone quindi, nelle prossime assegnazioni di misure simili, che le zone sociali adottino come criterio di prevalenza quello dell’intergenerazionalità, favorendo le imprese giovanili disponibili a mettere a disposizione il proprio know-how per la comunità. Sempre incentrata sulla possibilità di rendere più accessibile ai giovani il territorio umbro, la proposta di promuovere, in sinergia con enti di carattere regionale come AUR, un diffuso studio dei sistemi museali umbri, implementando l’utilizzo di un indice di accessibilità generazionale, uno strumento creato da Generazione T, in sinergia con Fondazione Musei Senesi e Patto V.A.T.O.
Focalizzandosi poi sulle scuole e sulla formazione, Generazione T incoraggia la diffusione dei Patti Educativi e la creazione di Istituti Tecnici Statali, mirando su una loro nuova identificazione nel panorama formativo italiano.
Tra le altre proposte si vede la necessità di vertere e creare una strategia per analizzare e monitorare le politiche giovanili adattabile alle necessità regionali. Se infatti è già in vita un “Comitato per la valutazione dell’impatto intergenerazionale delle politiche pubbliche” a livello nazionale, occorre trasformarlo e diffondere tale modello anche a livello regionale.
Altre progettualità su cui si concentrano le altre proposte sono modelli già collaudati da Generazione T. Tra queste le Tasks Forces, un progetto che ha permesso ai giovani di sentirsi ben più partecipi nella vita pubblica e alle amministrazioni di avvicinarsi e dialogare con questi. Quello che si propone è di diffondere il modello delle Task Force a tutte e 12 le zone sociali della Regione, attraverso un coordinamento centrale unico svolto dallo Youth Policy Hub, precedentemente ipotizzato, che possa individuare i vari referenti territoriali e portare alla stesura di un unico manifesto generale sulle politiche giovanili, che accorpi il lavoro svolto nei vari territori.
Strettamente collegato a quanto detto sopra, tra i vari bisogni per rinnovare le politiche giovanili, c’è l’impellenza di riformare la rappresentanza giovanile in Umbria, strutturandola su due livelli: quello regionale e quello delle zone sociali. Facendo seguito a quanto già successo nel Trasimeno, accanto alla creazione di consulte dei giovani bisognerà creare appositi tavoli di coordinamento.
In linea, dunque, con le premesse di cui prima, il punto cinque fa riferimento alla costituzione di un Osservatorio sulle Politiche Giovanili del Territorio (OPGT), per ciascun territorio. Per il loro finanziamento, a livello regionale, si suggerisce un orientamento dei fondi allocati alle zone sociali dalla ripartizione del Fondo Nazionale sulle Politiche Giovanili, verso la rivalutazione di spazi a disposizione dei comuni.
Per ultima la proposta di due linee guida per rendere la Regione Umbria più accattivante per i giovani, i quali, sempre più, purtroppo tendono ad abbandonarla e a non identificarla come luogo di vita. Nel documento si analizza quindi questo trend, rimediabile, e ci si sofferma su un ripensamento del modo in cui ci occupiamo di lottare contro lo spopolamento e, contemporaneamente, propone alcune circostanze che possono oggi favorire un ripopolamento della nostra Regione.
In conclusione, Generazione T ha pubblicato un documento che ritiene come utile e decisivo per la programmazione politica della prossima classe dirigente umbra. I giovani, in particolare quelli che vivono e si nutrono quotidianamente di politica, devono essere punti di riferimento per coloro che governano.