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Con una lettera aperta, inviata in data 6 agosto 2024, il Comitato “Non bruciamo il futuro” della Media Valle del Tevere, ha invitato tutti i Comuni e le Province dell’Umbria a prendere posizione riguardo al Piano regionale di gestione dei rifiuti ed a formalizzare il dissenso in merito alla costruzione di un nuovo inceneritore. 

Nella lettera inviata alle varie istituzioni umbre, il Comitato ha ricordato che lo stesso si è costituito nel gennaio 2024, ossia all’indomani dell’approvazione, da parte della Regione Umbria, del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti che prevede la chiusura del ciclo dei rifiuti mediante la realizzazione di un inceneritore. 

La scelta di dare vita ad un Comitato è scaturita dalla necessità di opporsi a questa scelta con l’obiettivo di dare vita ad iniziative e manifestazioni volte a sensibilizzare i cittadini e le Istituzioni circa i rischi legati alla scelta di costruire un nuovo inceneritore; una scelta che il Comitato considera sbagliata in quanto il ciclo dei rifiuti deve essere chiuso con soluzioni che tutelino l’ambiente e la salute dei cittadini e che siano compatibili con l’impostazione della gestione dei rifiuti in Umbria caratterizzata, almeno in moltissime zone, da un grande impegno nella raccolta differenziata. 

Il Comitato, in questo periodo di mobilitazione, ha sostenuto e sostiene tutte le forze che si impegnano per fermare la realizzazione dell’impianto di incenerimento, senza preclusioni politiche o ideologiche attraverso l’analisi del merito, sull’esposizione delle criticità e delle lacune del Piano Rifiuti, dei pericoli per l’economia, per l’ambiente e la salute dei cittadini. Nel mese di luglio scorso è stato, però, pubblicato il bando AURI per la presentazione di progetti relativi alla realizzazione dell’inceneritore. 

A tal proposito il Comitato è fermamente convinto che vada assunta ogni possibile iniziativa per fermare l’iter amministrativo in corso in quanto si ritiene che questo progetto sia inutile, dannoso ed antieconomico: ciò in considerazione dell’attuale situazione della raccolta differenziata e delle prospettive di diminuzione dei rifiuti non trattati e/o residuali, della decrescita della popolazione residente in Umbria, delle azioni di riciclo e riuso già in essere e delle tecnologie alternative già esistenti. 

Vi è in particolare il concreto “rischio” che da qui a breve, e comunque entro il periodo di esercizio dell’impianto, gli umbri saranno costretti a diminuire la raccolta differenziata o ad importare rifiuti da altre regioni per garantire un approvvigionamento annuo di circa 170.000 tonnellate all’anno! L’Umbria da sola infatti non supera le 130.000 tonnellate all’anno. 

In tale quadro si è inserito, da ultimo, anche l’esito del contenzioso già in essere tra ACEA e Regione Umbria, con il riconoscimento ad ACEA della facoltà di estendere la tipologia di rifiuti da bruciare nell’inceneritore di Terni.  A questo punto ACEA a Terni potrebbe bruciare qualsiasi tipo di rifiuto, sino al limite autorizzato, ossia almeno 100.000 t/anno. 

È pertanto evidente la necessità di interrompere, sospendere o rivedere l’iter amministrativo in essere per procedere ad una completa revisione del Piano Regionale dei Rifiuti. 

Per questi motivi è stato, pertanto, richiesto ai Sindaci umbri ed ai Presidenti delle Province di Perugia e di Terni di sollecitare i rispettivi Organi, le Giunte e i Consigli, a prendere posizione su tali prospettive ed a formalizzare il dissenso personale e dei rispettivi Enti circa le previsioni del Piano regionale di gestione dei rifiuti, la costruzione di un nuovo inceneritore e l’estensione dell’utilizzo degli inceneritori già esistenti, assumendo ogni iniziativa ritenuta utile ed idonea, anche di natura amministrativa, sia all’interno dei rispettivi Enti che in sede AURI.  

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