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Lo scorso 6 marzo 2024 il soggetto liquidatore della Comunità Montana Trasimeno – Medio Tevere (della quale faceva parte Marsciano e che è interessata da un lungo percorso di messa in liquidazione insieme alle altre quattro Comunità Montane dell’Umbria) ha notificato al Comune di Marsciano la richiesta di provvedere entro 15 giorni al pagamento di 1.877.000 euro. In assenza di pagamento si sarebbe rivolto all’autorità giudiziaria per il recupero del credito.

La vicenda che ha portato a questa improvvisa richiesta del liquidatore nasce da lontano, ed esattamente tra il 2006 e il 2011. In queste due date sono stati contratti dal Comune due debiti nei confronti della Comunità Montana, per la realizzazione di opere pubbliche, che in origine andavano rimborsati tra il 2035 e il 2036.

Siamo difronte all’ennesima tragica eredità del mal governo che per troppi anni ha caratterizzato il Centrosinistra marscianese. È una vicenda la cui ricostruzione puntuale è abbastanza complicata e i cittadini interessati possono andare sulla pagina YouTube del Comune e guardare il video del Consiglio comunale di martedì 21 maggio, dove si è parlato proprio di questo fatto, ma la sostanza dei fatti possiamo spiegarla brevemente. Nel 2006 e nel 2011 il Comune di Marsciano, non avendo la possibilità di assumere nuovi mutui a causa di un bilancio eccessivamente gravato da debiti, ha stipulato un accordo con la Comunità Montana Trasimeno – Medio Tevere in base al quale era la Comunità Montana a contrarre un mutuo e ad eseguire direttamente dei lavori al posto del Comune (lavori come la costruzione di un parcheggio che tra l’altro nulla hanno a che fare con i compiti di una Comunità Montana), con quest’ultimo che si impegnava a dare alla Comunità Montana, ogni anno fino alla scadenza del mutuo, un importo equivalente alla rata del mutuo stesso. Le successive vicende di messa in liquidazione delle Comunità Montane e il fatto che la Comunità Montana del Trasimeno – Medio Tevere risulta a tutt’oggi gravata (unica tra le Comunità Montane regionali) da una pesante situazione debitoria hanno determinato la richiesta al Comune di Marsciano di pagare in unica soluzione l’importo che si era impegnato a versare di anno in anno fino al 2036.

A fronte della richiesta pervenuta che certificava una grave situazione debitoria, questa amministrazione, grazie al lavoro del responsabile dell’area economico finanziaria e di tutto l’ufficio, è riuscita ad ottenere con il liquidatore un accordo transattivo che di fatto riduce a 1.387.115 euro l’importo da pagare e ne permette la dilazione rateale con 563.931 euro da versare subito, entro il 31 maggio 2024 e poi 5 rate di 164.636 euro entro il 31 dicembre di ogni anno, a partire dal 2024 fino al 2028, fermo restando che se l’attività di liquidazione della Comunità Montana dovesse ultimarsi prima del 2028, il Comune si impegna a corrispondere per intero, ed in unica soluzione, la somma di debito residuo a quella data.

Avremmo volentieri fatto a meno di dover pagare nei prossimi 5 anni, o meno, quello che era inizialmente previsto di pagare in 12, ovvero fino al 2036, ma ancora una volta ci troviamo oggi a doverci fare carico delle conseguenze di scelte avventate e inopportune fatte da altri in passato. Le opere viarie che si sono realizzate facendo assumere alla Comunità Montana debiti che il Comune non avrebbe potuto assumere si traducono oggi in una minore capacità di spesa corrente per opere e servizi a causa dei soldi impegnati per ripagare, nel giro di pochi anni, questo debito. Del resto, è così che funziona ovunque: se come Ente faccio più debiti di quelli che posso sostenere, prima o poi i nodi vengono al pettine, e a pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini.

E va ricordato che se in questi anni passati l’amministrazione di Centrodestra non avesse provveduto a riequilibrare il bilancio del Comune, l’Ente non sarebbe stato in condizione di rispondere con la stessa capacità ed efficacia, come invece ha fatto, alla richiesta del liquidatore della Comunità Montana, con conseguenze ben peggiori per la stabilità dei conti e per la capacità di continuare ad erogare servizi.

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