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Nelle bollette TARI sono comparse altre due nuove voci di costo, inserite dall’ARERA, che i Comuni devono riversare sui cittadini
sacchetto rifiuti 2

In questi giorni stiamo ricevendo le bollette TARI in acconto 2024 e possiamo rilevare la presenza di due nuove voci di costo, UR1a e UR2a. Cosa significano? Proviamo a capire.

Dal 1° gennaio 2024 i Comuni, in qualità di gestori delle tariffe e rapporti con gli utenti, devono aggiungere alle richieste pagamento TARI due voci così come previsto dalla delibera Arera n. 386/2023.
Le due voci sono “tasse” destinate alla copertura dei costi di gestione emergenti per effetto di due fenomeni.

•UR1a, riguarda i rifiuti accidentalmente pescati e dei rifiuti volontariamente raccolti in mare. Importo addebitato per utenza euro 0,10;
•UR2a, riguarda la copertura delle agevolazioni riconosciute per eventi eccezionali e calamitosi. Importo addebitato per utenza euro 1,50.

Tutto ciò pone, a mio parere, alcune riflessioni. Partiamo da due balzelli imposti ai Comuni che poi devono riversare sui cittadini.
Qui nasce un primo problema. Il Comune ne risponde in solido in quanto deve riversare tali importi su base del fatturato (Tari) e non in base a quanto riscosso. Cosa significa? Significa che, se un utente non paga il Comune deve, comunque, riversare gli importi dovuti generando non pochi problemi di carattere amministrativo derivanti dalla gestione economico finanziaria. Non vorrei che tali problemi vadano a ricadere sulle spalle dei cittadini sotto altra forma (tasse, minori servizi).

Poi abbiamo il punto che la delibera prevede che tali importi siano aggiornati annualmente. Chi ci dice che tali aggiornamenti comportino aumenti incontrollati? D’altronde sono tasse.

Quindi passiamo alla legittimità di tali importi. Per la UR1a (rifiuti dal mare) la richiesta è legittimata dalla Legge 60/2022 (“SalvaMare”) mentre per la UR2a non esiste copertura legislativa specifica.

Ora possiamo disquisire se gli importi siano rilevanti o modesti ma non si può sottovalutare il rischio che questi balzelli possano generare costi indiretti che, sicuramente, andranno a ricadere sulle spalle dei cittadini. Ipotizzo i costi derivanti dagli aggiornamenti software di calcolo, a quelli della gestione amministrativa, riscossione ecc.

In tutto questo c’è un intento importante che riguarda la sensibilizzazione dei cittadini, verso i costi del recupero dei rifiuti in mare strettamente legati ai nostri comportamenti e mi trova concorde. Molto meno comprensibile e condivisibile creare un fondo (UR2a) per perdite introiti in caso di calamità…

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