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Presentazione, al teatro Consortium, della tesi di laurea di Michele Ravaioli, laureato presso l’università di Bologna
Monti martani panorama

Venerdì 19 aprile, al teatro Consortium di Massa Martana, alle ore 17.30 si terrà un interessante incontro dal titolo “Altri ordini sociali, giuridici e politici. I domini collettivi nel XXI secolo tra aggregazione comunitaria e coscienza ecologica – Un viaggio tra le Comunanze Agrarie Umbre di Massa Martana, Viepri, Colpetrazzo, Mezzanelli e Bagnara. 

Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Massa Martana, seguiranno gli interventi di: Michele Ravaioli (Relatore della tesi); Sonja Cappello (Sociologa – Università Telematica La Sapienza di Roma); Rita Boini (Giornalista); Sandro Ciani (Coordinatore dei Domini Collettivi dell’Umbria “Paolo Grossi e Pietro Nervi”).  Modera l’incontro il giornalista Antonio Zollo.

L’incontro verterà sulla tesi di laurea di Michele Ravaioli, 26 anni, nato a Ravenna che ha conseguito la laurea magistrale in Geografia e Processi Territoriali, presso l’Università di Bologna, con la votazione di 110 e lode.

Genesi del lavoro di tesi.
Gli assetti fondiari collettivi, detti anche Domini Collettivi o proprietà collettive, rappresentano a mio avviso un tema tanto profondo e bisognoso di attenzione quanto ignorato da una larga fetta di popolazione, che per una molteplicità di ragioni non vi è mai entrata in contatto. Tra esse vi ero anche io fino a quasi due anni fa, quando sentii parlare per la prima volta delle Comunanze Agrarie. Discutevo con alcuni amici delle nostre ricerche, dei nostri interessi e dei nostri sogni e quando sentii parlare di Comunanze Agrarie (una specifica denominazione dei Domini Collettivi tipica dell’Appennino umbro-marchigiano), di proprietà collettiva, di comunità che si autorganizzano e autogestiscono mi affiorarono alla mente le parole del pensatore curdo Abdullah Öcalan:
“Possiamo cambiare il presente e il futuro nella misura in cui conosciamo e interiorizziamo la storia e le tradizioni, e riusciamo ad aggiungere loro qualcosa”. 

Così, affascinato dagli assetti fondiari collettivi in relazione alla loro insita portata rivoluzionaria e alla secolare importanza tutt’oggi esercitata in seno alle comunità locali di numerose frazioni e piccoli Comuni italiani, ritenni interessante l’idea di approfondire queste realtà, scegliendole come argomento centrale della tesi.
Un ulteriore aspetto legato a queste antiche realtà, che ha suscitato un’appassionata voglia di immergermi in questo vasto mondo, è costituito dal particolare status giuridico che le stesse incarnano. Infatti, in seguito alla legge di attuazione costituzionale n.168 del 2017, questi Domini Collettivi sono stati riconosciuti come pluralità di ordinamenti giuridici primari delle comunità originarie di riferimento. Tale carattere di alterità giuridica, parallela e concorrente all’ordinamento statuale che spesso precedono temporalmente, si lega ad un concetto che sarà centrale nello sviluppo della tesi, quello di legal pluralism (pluralismo giuridico).

Esso si riferisce a situazioni caratterizzate dalla coesistenza di diversi ordini giuridici all’interno di uno stesso spazio sociopolitico. Tali situazioni sono la dimostrazione del fatto che lo Stato – e tutto l’apparato politico, giuridico, economico, e via dicendo, che ne è figlio – sia solo una tra le molteplici possibili soluzioni di sviluppo e di organizzazione sociopolitica territoriale. Parallelamente ad essa, in passato come nel presente, esistono variegate esperienze e possibilità alternative, basate su altri presupposti e orientamenti, legittime e autorevoli in ragione di regole consuetudinarie e valori condivisi, cristallizzati in ordini normativi rilevanti per le comunità interessate. Nel caso dei Domini Collettivi siamo esattamente in presenza di un’altra soluzione sociopolitica alla necessità di organizzazione territoriale, diversa per obiettivi, finalità, modalità e ideologie che la sostengono. 

La tesi.
Gli obiettivi principali della tesi sono due. Da una parte, esplorare le caratteristiche strutturali, decisionali, giuridiche e normative, funzionali e gestionali delle Comunanze Agrarie quali istituzioni di proprietà collettiva; in sostanza, comprendere a quali ruoli e funzioni assolvono, come sono strutturate, e come si articolano i processi decisionali e gestionali riferiti all’amministrazione del patrimonio collettivo.

Questi aspetti sono in stretta connessione con le relazioni che si vengono a generare tanto tra gli utenti comproprietari delle terre collettive quanto tra la Comunanza come soggetto istituzionale e gli attori esterni; pertanto, tali modalità di relazione saranno parimenti oggetto d’analisi. Infatti, la combinazione di questi elementi concorre a produrre specifiche territorialità, che vanno a caratterizzare le traiettorie di sviluppo locale.

Dall’altra parte, all’origine di questo lavoro si situa l’ambizione di immaginare futuri possibili e desiderabili all’interno del contesto italiano in relazione all’esistenza viva e vitale di queste realtà atipiche nella modernità capitalista, le Comunanze Agrarie. La valorizzazione di queste esperienze paradigmatiche passa attraverso la diffusione di conoscenza delle stesse, arricchita dalla consapevolezza dell’importanza che rivestono in termini sociali e ambientali, ma anche economici e politici. Una presa di posizione in favore degli assetti fondiari collettivi in qualità di baluardi ecologici ed elementi d’aggregazione e socializzazione della comunità, opposta alle narrazioni sviluppiste che li considerano come residui di feudalità ed arretratezza, è volta a sostenere quelle comunità che proseguono nella preservazione di un patrimonio collettivo ambientale, sociale e culturale d’immensa importanza.

In sostanza, quindi, questo elaborato vuole essere un’occasione per diffondere conoscenza sul tema degli assetti fondiari collettivi in generale e sulle Comunanze Agrarie di riferimento in particolare, enfatizzando le loro potenzialità inedite e ponendosi come veicolo di riflessione e discussione per chiunque veda delle possibilità generative a partire da questi territori.

Le mie impressioni su gente e luoghi dell’Umbria.
L’elaborazione di questa tesi è stata possibile grazie al contributo prezioso delle amministrazioni e degli utenti di tutte e cinque le Comunanze coinvolte. Pertanto, voglio ringraziare, con il cuore colmo di gioia per la possibilità concessami, coloro i quali hanno reso possibile questo viaggio itinerante, riflessivo e autentico: le Comunanze umbre del Comune di Massa Martana fino a quella di Bagnara. Durante la mia permanenza, sono stato accolto a braccia aperte all’interno delle varie comunità e mi sento di dire che con diverse personalità si è creato un rapporto di fiducia e rispetto, persino amicizia, che segna in positivo il ricordo di questi luoghi magnifici.

Durante il mio continuo procedere, ho trovato sempre persone ospitali, generose e disponibile a conversare. Ho percepito estrema curiosità rispetto alla provenienza del mio interesse, rispetto a cosa mi abbia portato proprio lì in quelle terre più o meno marginali; parallelamente, ho percepito estremo orgoglio e fierezza rispetto al fatto che volevo proprio approfondire la storia e la vita in quelle terre. Spesso, le mie domande erano fonte di gioia e compiacimento, le interviste al bar animavano le giornate, la mia presenza era benvoluta.

L’emersione di questi sentimenti ha rappresentato un enorme stimolo rispetto a questo lavoro sulle Comunanze, con le Comunanze, per le Comunanze. Ho notato, oltre alla sconfinata ospitalità e disponibilità delle persone, una certa reciprocità nei rapporti.

In aggiunta, ho avuto la possibilità di attraversare luoghi meravigliosi, sia di interesse naturalistico che culturale. Per quanto riguarda l’area Martana, consiglio di prendersi un po’ di tempo per immergersi nel profondo mare di testimonianze storico-culturali e paesaggistico-naturali che si trovano nel territorio comunale. Dalle montagne Martane fino alle peculiarità locali di ciascuna frazione, questo territorio risulta costellato di emergenze di notevole interesse.

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