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Rapporto sulla ricostruzione post sisma 2016 del Centro Italia, che evidenzia un importante ritardo nella progettazione ed avvio dei cantieri, soprattutto di quelli pubblici
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Al 30 aprile 2023 le richieste di contributo presentate per la ricostruzione privata sono 28.315, su quasi 50mila attese, e i nuclei familiari che vivono ancora fuori dalle loro case sono 14.211. Corrispondono a circa 30 mila cittadini. Alla stessa data, su 3.215 interventi di ricostruzione pubblica finanziati, quelli in corso ammontano a 1.537 e i conclusi 233.

Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto sulla ricostruzione del Centro Italia, aggiornato ai primi quattro mesi dell’anno, presentato questa mattina a Roma presso la Biblioteca Chigiana di Palazzo Chigi. Alla conferenza stampa hanno partecipato il Commissario Straordinario per la Riparazione e la Ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli, il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Lucia Albano; i Presidenti della Regione Abruzzo, Marco Marsilio; della Regione Marche, Francesco Acquaroli; della Regione Umbria, Donatella Tesei e l’assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio, Manuela Rinaldi.

Nel corso dell’incontro il Commissario Castelli ha fotografato lo stato della ricostruzione privata e pubblica nei territori del sisma 2016 e illustrato gli interventi messi in campo da quando, lo scorso 13 gennaio 2023, è stato nominato dal Governo Meloni.

Il cratere della ricostruzione ha una superficie di quasi 8 mila chilometri quadrati ed è composta da 138 comuni, compresi in quattro regioni: Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Tra le “esternalità” che hanno avuto il maggiore impatto sulle difficoltà incontrate nella ricostruzione, sono state: l’inflazione crescente, l’aumento del costo dei materiali edili e le difficoltà di approvvigionamento, la propensione di molte imprese a concentrarsi sul Superbonus 110% in altre aree del Paese, la difficoltà nel reperire maestranze, la fragilità degli apparati amministrativi, i carichi di lavoro dei professionisti che operano sul territorio del sisma. Tutto ciò in un frangente che vede il sistema pubblico e privato impegnato anche sul fronte del PNRR.

Per quanto riguarda la ricostruzione privata, al 30 aprile 2023 sono quasi 9mila i cantieri che risultano chiusi. Il totale delle Richieste di Contributo per la ricostruzione attese, per gli immobili residenziali o produttivi danneggiati dal Sisma 2016, è di 49.361. Di queste, quelle già presentate ammontano a 28.315. Si attendono pertanto progettazioni per oltre 21.000 richieste di contributo.  Le richieste approvate dagli Usr (Uffici speciali per la ricostruzione regionali) sono 16.680, per una concessione complessiva di 6,037 miliardi di euro, di cui 2,8 miliardi liquidati per l’avanzamento dei lavori.

Relativamente alla ricostruzione pubblica, l’importo finanziato fino ad oggi è pari a 3,94 miliardi di euro che, tuttavia, dovrà essere aggiornato a causa del menzionato aumento dei prezzi e dei costi delle lavorazioni. Il totale dei lavori finanziati è pari a 3.215 e, di questi, 1.445 devono essere ancora avviati, 1.537 sono   in corso e 233 sono conclusi.

Infine, relativamente agli edifici di culto (sia pubblici che privati) danneggiati, quelli oggetto di programmazione ammontano a 1.261, per un importo complessivo di 764,8 milioni.

Rispetto alle azioni adottate dalla Struttura commissariale nei primi mesi del 2023, si segnalano circostanze di particolare rilievo, che riguardano la natura e le funzioni del Commissario di Governo e le attività poste in essere nel cratere. Si tratta della conversione in legge del Dl n.3/2023 “Ricostruzione” e della pubblicazione delle prime graduatorie per l’assegnazione dei bandi destinati alle imprese, promossi con il programma NextAppennino, finanziato dal Fondo Complementare al PNRR per le aree sisma 2009-2016.

Il Commissario Guido Castelli ha dichiarato: “Il quadro che emerge dal rapporto descrive una situazione dove non mancano le criticità, riconducibili in certa parte a una congiuntura particolarmente sfavorevole, ma anche alcuni segnali positivi. Nel primo quadrimestre del 2023, si registra un incremento dei lavori, in particolare sul fronte della ricostruzione degli edifici privati – ha aggiunto Castelli – ma sappiamo che deve essere ancora avviata una quota rilevante delle progettazioni, soprattutto le più complesse, e che il divario da colmare per la ricostruzione pubblica è ampio. La ricostruzione è e resta la missione prioritaria: abbiamo il dovere di consentire il rientro nelle loro case a circa 30 mila persone che ancora vivono nelle SAE o beneficiano del contributo di autonoma sistemazione. Al contempo si manifesta l’urgenza di fornire soluzioni ai problemi strutturali di questi territori che, già prima del 2016, soffrivano di un progressivo processo di spopolamento, di una crescente crisi economica e occupazionale e di una carenza infrastrutturale, sia fisica sia digitale. Ci è chiaro – ha detto poi il Commissario di Governo – che non è sufficiente curare solo i mali del passato, ma anche incentivare le prospettive per il futuro di questa vasta area dell’Appennino centrale che necessita di robuste e coerenti iniziative di ripresa economica e sociale. Sensibili passi in avanti sono stati compiuti in questi mesi in tal senso: penso a NextAppennino, alla proroga del Superbonus, all’accordo quadro sbloccato per la ricostruzione di 228 scuole del cratere e al miliardo e mezzo messo a bando a giugno per il miglioramento della viabilità al cratere. Bisogna continuare a lavorare senza sosta in questa direzione” – conclude Castelli.

Il Decreto Ricostruzione ha consentito il varo di misure particolarmente importanti, volte alla ulteriore semplificazione e celerità nelle attività di ricostruzione, alla stabilizzazione del personale impiegato negli uffici speciali per la ricostruzione e all’erogazione di anticipazioni finanziarie per il pagamento dell’IVA delle fatture relative agli interventi di ricostruzione delle attività produttive.

L’avanzamento del programma NextAppennino, invece, attraverso la macro-misura B (relativa agli stimoli economici per il sistema imprenditoriale e del terzo settore) ha consentito la concessione di una prima “tranche” da 294,8 milioni di euro, che vanno a sostenere 1.327 progetti, generando nel Centro Italia oltre 450 milioni di investimenti. NextAppennino si segnala positivamente anche per aver prodotto risultati apprezzabili in termini di capacità di spesa sul versante degli investimenti.

Un ulteriore intervento compiuto recentemente, finalizzato ad accelerare la ricostruzione nel cratere, è stato l’approvazione da parte del Parlamento del Dl 11/2023 che ha previsto la proroga, fino all’anno 2025, del meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura per gli interventi di ricostruzione che usufruiscono del superbonus 110%. Una misura che consente di aggiungere al contributo sisma un’ulteriore agevolazione volto a migliorare il rendimento energetico e sismico degli immobili da riparare.

Tra le azioni adottate si segnalano inoltre il Servizio di supporto ai Comuni del cratere da parte della Struttura commissariale nella transizione verso il nuovo Codice degli appalti, l’implementazione della piattaforma che consentirà – in sinergia con la Struttura di missione antimafia SISMA 2016 presso il Ministero degli Interni – lo sviluppo del “Badge elettronico e del Settimanale di cantiere”, funzionali a garantire la sicurezza e la legalità nei cantieri, la novellazione del Testo Unico della Ricostruzione Privata per ulteriori semplificazioni procedurali, e l’adozione di principi di programmazione per la ricostruzione pubblica. Ancora, è in via di definizione l’aggiornamento del Protocollo d’intesa con Anac finalizzato, tra l’altro, a una maggiore semplificazione delle procedure e all’adozione di schemi tipo per la contrattualistica pubblica coerenti con il nuovo Codice degli appalti.

Infine, per promuovere il rafforzamento della viabilità nell’Appennino centrale e superare il suo storico isolamento, nel mese di giugno saranno pubblicate le gare per cantieri stradali con un investimento pari a 1,450 miliardi di euro, di cui 1,250 stanziati dall’attuale Governo nel 2023.

“Questa fondamentale opera di ricostruzione – ha affermato la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei – acquista ancora più importanza perché riguarda quella parte di Paese, l’Italia centrale, che spesso viene dimenticata come se esistesse solo una Italia del nord e una del sud. Ma il vero riequilibrio territoriale passa dal riconoscimento di una Italia centrale che è la cerniera di questa nazione, di grande bellezza paesaggistica e culturale”.

“Gli eventi sismici del 2016 – ha proseguito Tesei – colpirono territori di aree interne già difficilmente collegati con il resto d’Italia, e dimenticati per anni soprattutto per ciò che concerne le infrastrutture, e che necessita di interventi infrastrutturali materiali e immateriali. Per superare queste gravi carenze infrastrutturali, soprattutto per ciò che riguarda il territorio umbro interessato alla ricostruzione, il progetto del completamento della strada “Tre Valli”, ad esempio, è fondamentale per connettere l’intero centro Italia al resto dei territori”.

“La ricostruzione, all’inizio molto lenta, negli ultimi 4 anni ha vissuto una grande accelerazione di cui aveva assoluta necessità. Una velocizzazione che sta continuando anche grazie ai provvedimenti del Commissario Castelli, che ringrazio, e del Governo attuale. La vera forza per portare avanti i progetti è quella di fare squadra tra Regioni e all’interno delle della stessa Umbria – ha concluso Tesei – tra i Sindaci del cratere che stanno lavorando con spirito di grande collaborazione con il nostro Ufficio speciale ricostruzione”.

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