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Filippo Gallinella, presidente Comagri, mette in evidenza come i consumi energetici impattano in maniera rilevante sui costi aziendali
fotovoltaico rinnovabili

“È necessario condurre una battaglia comune sui tavoli europei per la definizione di un tetto massimo al prezzo del gas. L’aumento vertiginoso dei costi energetici, che ieri ha toccato il nuovo massimo di 250 euro al megawattora per il gas alla borsa di Amsterdam, mette a rischio le produzioni agroindustriali italiane, i cui consumi energetici impattano in maniera rilevante sui costi aziendali. Se nel lungo periodo potremo mitigare la spesa energetica delle imprese del comparto primario grazie ai bandi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in merito all’agrisolare, all’agrivoltaico e per la realizzazione di impianti di biometano, nel breve dobbiamo necessariamente intervenire in ambito comunitario per calmierare i prezzi del gas”. È quanto dichiara il deputato di Impegno Civico e presidente Comagri, Filippo Gallinella.

“La proposta che il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, porta avanti da settimane – prosegue – è quella di dare forza al Governo Draghi, in carica per gli affari correnti, facendo sottoscrivere a tutte le forze politiche che hanno a cuore l’Italia una lettera che conferisca un mandato chiaro all’attuale Esecutivo sui tavoli europei in vista dell’imminente autunno, che si preannuncia drammatico e caldo.

I maggiori costi che le imprese agricole, ma soprattutto quelle agroindustriali di trasformazione, stanno subendo si ripercuoteranno inevitabilmente sui consumatori i quali, già oggi, devono affrontare la più alta inflazione dal 1986, con un cartello della spesa il cui costo è aumentato di oltre il 9 per cento.
Per la sicurezza alimentare nazionale e per garantire che le imprese italiane del comparto primario continuino ad operare in maniera sostenibile, è necessario intervenire nel più breve tempo possibile in sede comunitaria”, conclude Gallinella.

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