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Al via la quinta edizione dell'Human Rights International Film Festival: il programma della prima giornata prevede quattro appuntamenti, tutti ad ingresso libero, con a chiudere il concerto della band "Il Parto delle Nuvole Pesanti"
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Prende il via giovedì 4 agosto, nel pomeriggio, la quinta edizione dell’Human Rights International Film Festival – Diritti a Baschi, manifestazione che si caratterizza per la promozione del cinema d’autore con particolare riguardo ai temi dei diritti umani. Oltre 90 i documentari che si sono candidati da una ventina di divesi Paesi, circa un terzo dei quali dall’Iran e solo un 15% dall’Italia. Quelli selezionati dalla giuria, venti, saranno proiettati nelle giornate di venerdì, sabato e domenica,  quando verranno annunciati i vincitori.

Quest’anno, ancor più che nelle precedenti edizioni svoltesi a Todi e ad Orvieto, il festival si distingue per un programma ricco di proposte, a partire proprio dalla giornata di esordio quanto verrà inaugurata la mostra fotografica “Tiberis, l’altra faccia del Tevere” e si svolgerà l’incontro con l’autore Matteo Luciani.
Tiberis. L’altra faccia del Tevere è il frutto di un emozionante viaggio durato tre anni alla scoperta della natura del “fiume sacro ai destini di Roma”. Tra diario di viaggio e reportage con un vibrante corredo di immagini fotografiche, l’autore fa luce su alcuni aspetti del Tevere rimasti nell’ombra, invitandoci a riflettere su quanto il nostro rapporto con il contesto ambientale, pur dipendenti da esso, si sia drammaticamente affievolito. Un inedito progetto alla ricerca della profonda essenza del Tevere, al fine di ampliare i nostri orizzonti e sfatare la percezione comune che la maggior parte delle persone ha di questo fiume: un corsa d’acqua esclusivamente simbolo di degrado e negatività.

A seguire presentazione del libro “Dreamland: i confini dell’immaginario”, con Filippo Riniolo che dialogherà con gli autori Francesco Martone e Rosa Jijon. Il volume presenta una riflessione sul rapporto che intercorre tra arte e attivismo e una selezione di opere di artisti contemporanei che si sono cimentati con il tema delle migrazioni, della frontiera, della cittadinanza. Si propone di offrire strumenti concettuali e visuali per intendere la frontiera o il confine come luogo di produzione di significato, creazione di “commons”, rivendicazione di autodeterminazione e diritti. Uno spazio “costituente”, non più invisibile, tra sovranità e territori, stati e nazioni, che prescinde dai regimi tracciati arbitrariamente nel corso della storia, che diventa immateriale, ed allo stesso tempo produce narrazioni, fatti, atti, gesti, immagini, che in sé hanno la potenzialità del proprio superamento. Come è nelle intenzioni dei proponenti della “Costituente Migrante” svoltasi nei mesi scorsi a Parigi, si tratta di dar volto ad un “popolo che manca” attraverso i linguaggi poetici, filosofici e tecnici, dove “il mare è la terra che manca di un paese migrante”. 

Alle 20 performance coreografica della danzatrice Lucia Guarino, originaria di Foligno, vincitrice di alcuni progetti nazionali ed internazionali di ricerca e formazione coreografica: DanceMovesCities 2013, KLM 2015, Volcano 2017, WorkspacericercaX 2019 e con all’attivo spettacoli tra l’Italia, il Belgio, la Spagna e l’Argentina.
Alle 21 chiuderà la prima giornata del festival il concerto de “Il Parto delle Nuvole Pesanti”, band che proprio a Baschi ha girato la sua ultima clip “I bambini di laggiù”, un testo sui diritti dei minori che si inserisce quindi perfettamente nella cifra della manifestazione che si avvale della

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