Todi ha scelto il suo Sindaco al primo turno. E ha scelto Antonino Ruggiano. Lo ha fatto con un’investitura netta, doppiando il candidato di centrosinistra, Fabio Catterini, e dando quattro giri all’altro competitor, Floriano Pizzichini. Mentre scriviamo mancano ora gli esiti di alcuni seggi ma la dimensione della vittoria è comunque nitida, con Ruggiano al 58%, Catterini al 27% e Pizzichini al 14%. Una vittoria che non è mai stata in dubbio dall’inizio dello spoglio e che non ha avuto sovvertimenti di posizione in nessuna delle sezioni scrutinate.
Che il Sindaco uscente partisse favorito era riconosciuto pressochè da tutti. In molti hanno sempre dato per probabile la sua elezione al primo turno. In pochi avrebbero forse scommesso, alla vigilia del voto, in un’affermazione di questa portata. Un’affermazione che è storica dal punto di vista politico ed anche fortemente personale, di Antonino Ruggiano. Lo dimostrano anche i risultati delle liste che lo sostengono, nel cui contesto la supremazia del suo partito, Forza Italia, è a riguardo indicativa.
I dubbi circa una sua riconferma al primo turno sono aumentati nel corso della campagna elettorale, quando i due contendenti, seppur con approcci diversi, hanno messo Ruggiano nel mirino, attaccandolo su tutti i fronti, nessuno escluso, ma in particolare su quello dell’ospedale comprensoriale. Doveva essere la “breccia” con la quale far saltare lo schieramento di centrodestra, ma così non è stato. E se questa strategia ha portato voti ai suoi avversari, come è probabile, significa che senza la questione sanitaria Ruggiano avrebbe vinto in misura ancora più larga.
Ci sarà tempo per le analisi dei flussi elettorali, così come per le recriminazioni dentro e fuori gli schieramenti, ma i numeri sono incontrovertibili. Numeri che Ruggiano ha atteso nel suo ufficio nei palazzi comunali, in compagnia della moglie, Annika (nella foto), e della segretaria, Giulia. Uno sguardo alle proiezioni di TamTam, un occhio su wzapp per gli ultimi aggiornamenti dai seggi e una penna e un pezzo di carta dove ipotizzare, forse per scaramanzia, le evoluzioni peggiori.
Il Sindaco ha lasciato l’ufficio solo quando, pur mancando i risultati di un paio di seggi, l’esito era ormai matematicamente acquisito. Ha sceso le scale del Comune per essere accolto dall’applauso dei primi sostenitori accorsi in piazza per festeggiarlo, gruppo che si è fatto via via più nutrito, con anche i primi rappresentanti politici regionali e nazionali: Marco Squarta, Domenico Benedetti Valentini, Franco Zaffini.