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Convegno e mostra al PalaSì! di Terni per riflettere su come l'impresa contribuisca al miglioramento della società nel suo insieme; tavola rotonda tra Sauro Pellerucci, Fra Felice Autieri, Fabio Bonanni e Vincenzo Boccia
Sauro-Pellerucci-

Si è svolto al PalaSì! di Terni, sabato 19 marzo, il convegno “L’Economia Sostenibile”, una tavola rotonda incentrata sulla tematica della sostenibilità d’impresa. L’evento ha visto anche l’inaugurazione della mostra “Economia Fraterna” che sarà possibile visitare fino al 9 aprile. Ad aprire il tavolo di confronto è stato Sauro Pellerucci (nella foto), presidente del Gruppo PagineSì!, con una riflessione sul concetto di impresa sostenibile e sulla necessità di saper compiere un percorso aziendale in linea con i principi di armonia e lavoro responsabile, al fianco di compagni di viaggio che contribuiscano a creare un circuito virtuoso. “Se un gruppo di lavoro responsabile e pronto al cambiamento ricerca l’armonia all’interno e all’esterno dell’azienda – ha detto Pellerucci – senza perdere di vista che la prima delle sostenibilità riguarda il bilancio economico, allora sta compiendo un’impresa sostenibile. Senza un bilancio finanziario in equilibrio non c’è possibilità di azione”. Pellerucci ha indicato quattro parole chiave come faro per le aziende nel loro percorso di crescita: “La resilienza, cioè la capacità di reagire e trarre valore da ogni situazione, l’inclusività, la generatività, ovvero la capacità di lasciare anche agli altri parte dei frutti prodotti e infine l’etica, cioè il desiderio di cimentarsi in un business la cui affermazione permette un miglioramento della società”.

E sul concetto di bene comune e miglioramento sociale è proseguito l’intervento del Presidente Pellerucci che pone un accento su un quesito piuttosto frequente: è eticamente accettabile guadagnare facendo del bene? “In questo caso dobbiamo permettere al nostro senso etico di fare un passo avanti e andare oltre alla visione apparente e al luogo comune, poiché se non fosse lecito guadagnare facendo del bene allora ci resterebbero due alternative, guadagnare facendo del male o fare del bene solo nel tempo libero dalle attività lavorative, il che sarebbe un concetto troppo riduttivo per una Repubblica democratica fondata sul lavoro. In Pagine Sì! abbiamo avviato una collaborazione con Animundi, ad esempio, società che produce per la Rai Lampadino e Caramella, il seguitissimo cartone animato che dialoga con i bambini affetti da deficit sensoriali. In Pagine Sì! siamo fermamente convinti dell’importanza di includere altre imprese all’interno de Il Mondo di Lampadino e Caramella per un futuro sempre più inclusivo e sostenibile. Perché il profitto fine a se stesso è destinato a impoverire chiunque lo produca”.

Sul concetto di valore etico dell’economia si è sviluppata la riflessione di Fra Felice Autieri del Sacro Convento di Assisi, attraverso una approfondita chiave di lettura sulla figura di San Francesco che, in quanto figlio di mercante, aveva imparato fin dalla giovane a masticare l’alfabeto imprenditoriale. “Non è il denaro in sé per sé il problema – ha detto Fra Felice Autieri – quanto l’uso che se ne fa. Bonaventura ad esempio distingueva tra ciò che era necessario e ciò che era superfluo: quando si genera un guadagno giusto e ragionevole l’economia gira e ciò favorisce l’imprenditore e l’economia intera”. Associare dunque i termini economia e francescanesimo non è un fatto errato poiché è l’aspetto etico a far la differenza: “Anche la fraternità francescana – prosegue Fra Felice Autieri – può essere interpretata come una concezione aziendale: ogni frate infatti contribuisce in base alle proprie abilità al bene della comunità, donando il proprio contributo mai ‘contro’ qualcuno ma ‘per’ qualcuno. Il pensiero francescano trova la sua dimensione nell’operatività”.

E proprio nell’operatività si attua il contributo dell’Associazione San Giuseppe Imprenditore presieduta da Fabio Bonanni, che è intervenuto in collegamento per offrire una riflessione sulla figura dell’imprenditore, che trae le sue origini più antiche proprio da San Giuseppe. “Nella bottega di Nazareth si portava avanti una piccola realtà imprenditoriale – ha sottolineato Bonanni – è proprio lì che Gesù ha imparato il valore del lavoro. La nostra associazione nasce con lo scopo di far conoscere la figura dell’imprenditore e sostenere un’immagine etica dell’imprenditoria; nel 2018 abbiamo istituito il Premio Impresa Etica per premiare l’azienda che nell’anno ha saputo esprimere il maggiore impegno etico. Ma non solo: abbiamo istituito il Telefono Arancione, uno strumento che ci consente di dialogare e supportare gli imprenditori in difficoltà”.

Sul senso di comunità e di armonia tra imprese sostenibili si è articolato l’intervento del Presidente della Luiss Vincenzo Boccia, il quale abbracciando quanto espresso in apertura dal Presidente Pellerucci, ha ribadito l’importanza di saper perseguire il proprio percorso d’impresa con il sorriso, autentica pre-condizione dell’approccio verso il prossimo: “Il sorriso fraterno ci riporta alla dimensione umana delle cose. Occorre recuperare il senso di comunità che in questo momento particolare nel quale stiamo vivendo, l’attualità ce lo mostra, viene sempre meno. La guerra ci fa capire quanto sia importante il senso di comunità, sia al di fuori che all’interno dell’impresa”. E a proposito di sostenibilità aziendale, Boccia ha proseguito “Le imprese non sostenibili non sono imprese, non esistono. Semplicemente, sono altro. Il lavoro è il fattore di coesione della comunità e viene sviluppato all’interno dell’impresa. Occorre condividere una visione comune senza andare contro l’altro, perché il senso di comunità, a volte, si trova anche nella diversità”.

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