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Presentato al teatrino dell'Istituto Crispolti il volume "Il mobile classico di Todi. Le botteghe dei maestri del legno, scuole non formali di formazione professionale e la scuola di ebanisteria all'Istituto Crispolti"
libro mobile classico
Il canonico Luigi Crispolti elaborò a Todi un originale modello di istruzione, le “botteghe artigiane” in cui i giovani si recavano ad “imparare il mestiere”, affidate a bravi maestri, che non si limitavano alla pratica ma trasmettevano conoscenze e tecniche, insegnavano a progettare attraverso il disegno e diedero alla bottega un carattere più propriamente formativo: si trattava quindi di vere e proprie scuole di vita e di apprendimento delle arti.
Di questo e della grande tradizione del mobile classico di Todi si è parlato, sabato 19 marzo, nel teatrino dell’Istituto Crispolti, luogo caro a tanti tuderti, in occasione della presentazione del libro del professor Marcello Rinaldi “Il mobile classico di Todi. Le botteghe dei maestri del legno, scuole non formali di formazione professionale e la scuola di ebanisteria all’Istituto Crispolti”.Nella sala piena, con in prima fila uno dei decani degli artisti-artigiani, Giacomo Rondolini, 94 anni, sono intervenuti il sindaco di Todi Antonino Ruggiano, il presidente della Fondazione Crispolti, Don Carlo Franzoni, l’autore Marcello Rinaldi e Gilberto Santucci, nel ruolo di coordinatore; numerosi e interessanti i contributi dal pubblico, da quello di Paolo Mantilacci, già direttore dell’Azienda di promozione turistica del Tuderte, che ha ripercorso l’epopea della famosa mostra dell’artigianato, a quello di Fernando Corradini, neo priore della Confraternita  dei Falegnami, che proprio il 19 marzo, in occasione di San Giuseppe, celebrava la sua festa più importante. Tra gli altri interventi quelli di Claudio Ranchicchio, assessore alla cultura, Pier Luigi Boini Buini, artigiano, e l’ingegner Massimo Mariani, legato a Todi e alla Confraternita.

Il libro è un atto di attenzione alla memoria del mobile classico todino ma anche un omaggio per valorizzare e tenere viva la bellezza e la cultura che questa arte ha sprigionato nel tempo, delineando una vera e propria identità della città. “L’Arte dei falegnami – scrive in un contributo ospitato nel libro il dottor Filippo Orsini, direttore dell’Archivio storico comunale – ha rappresentato una tradizione secolare, un immenso bagaglio di conoscenza, di esperienza, una vera e propria palestra nella quale si sono formate le qualità specifiche dell’artigiano ma anche del cittadino di Todi. Oggi quella prospettiva di continuità, che ha garantito l’attività della professione di falegname per lunghi secoli non esiste più, schiacciata dall’apparente conflittualità tra progresso e tradizione, rendendo estremamente difficile, ma forse non impossibile, la sopravvivenza di questa cultura”.

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