Condividi su facebook
Condividi su twitter
Appello di Fipe Umbria Confcommercio a Regione e Comuni: a rischio sopravvivenza 5 mila attività della regione
restaurant hall with lots of table

Ristoranti e bar dell’Umbria di nuovo in uno scenario di guerra, dopo un gennaio reso pesantissimo da una serie di rincari, a cominciare dall’energia, che rischiano davvero di mettere ko anche chi ha resistito con tutte le forze a due anni di pandemia.
Per questo, il Consiglio direttivo di Fipe Umbria Confcommercio, guidato dal presidente Romano Cardinali, ha proposto la costituzione di un Tavolo di crisi permanente, con Regione e Comuni, per parlare anche di fiscalità locale e tentare di salvare le imprese che oggi, come non mai, sono a rischio sopravvivenza.  

“Le speranze di una ripresa, intraviste la scorsa estate, sono state prima gelate dalla recrudescenza della pandemia, e dalle conseguenti misure restrittive, e ora sembrano definitivamente compromesse dai rincari”, dice il presidente Cardinali. “La preoccupazione è altissima. Il settore rischia di non reggere l’ondata dei rincari che ci sta sommergendo.
A rischio non ci sono solo le nostre 5 mila imprese, ma un intero comparto economico, decine di migliaia di famiglie, una rete di pubblici esercizi che disegna e anima le nostre città. 

Anche i sindaci hanno protestato contro il caro energia affermando che se il governo non interviene aumenteranno IMU e Tari: sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso”.
Uno studio di Confcommercio, svolto in collaborazione con Nomisma Energia per valutare gli effetti del caro-energia sulle imprese del terziario, evidenzia che sono proprio bar e ristoranti ad avere i maggiori aumenti rispetto al 2021, rispettivamente del 100% e del 73%.

Per i bar, la bolletta elettrica passerà in media da 4 mila a 7 mila euro per salire, con il costo del gas, da 5 mila a 10 mila euro in totale. Anche i ristoranti registreranno una maggiore spesa elettrica, che passerà da 7 mila a 12 mila euro; con il gas, farà segnare un maggiore costo totale che da 11 mila euro salirà fino a 19 mila euro.
“L’energia non è la sola responsabile degli aumenti che stiamo subendo”, aggiunge il presidente di Fipe Confcommercio.  

“Le farine sono aumentate 4 volte negli ultimi sei mesi per un +25/30%; i cartoni delle pizze sono passati da 15 a 45 centesimi; i sacchi della spazzatura da 80 centesimi a oltre 1 euro; un chilo di caffè da 18 a 22 euro.
Sono solo alcuni esempi, che però danno il senso di un vero e proprio assedio alle nostre attività, che non possono riversare sui clienti i maggiori costi. Non dimentichiamo che le bollette le pagano anche le famiglie, che hanno già visto ridursi il loro potere d’acquisto.

Di fronte a questa situazione così drammatica, occorre una generale assunzione di responsabilità. Ed è proprio quello che chiediamo alle istituzioni locali.
Mentre sul fronte nazionale”, conclude il presidente Cardinali, “continua la pressione di Fipe Confcommercio per chiedere al governo una defiscalizzazione veramente compensativa rispetto agli aumenti e anche uno stop ai controlli del green pass a carico degli esercenti, con un percorso di superamento delle restrizioni. 

Con 51 milioni di italiani vaccinati o guariti, non è più possibile controllare 100 clienti per dover scoraggiare quei 4 non muniti di green pass: uno squilibrio tutto a carico di migliaia di piccole imprese che da due anni vivono un terremoto economico che rischia di farle chiudere. Necessario introdurre fin da subito il sistema dei controlli a campione, partendo dal principio dell’autoresponsabilità da parte dei clienti”.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter