Condividi su facebook
Condividi su twitter

Si sono conclusi i festeggiamenti in onore del Santo Patrono Venanzio Martire a San Venanzo (TR) che si sono svolti dal 15 al 18 maggio e come ogni anno tante sono le sensazioni lasciate nei cuori dei fedeli da questi eventi, seppur celebrati in forma ridotta a causa delle restrizioni per la pandemia. Va detto che le manifestazioni che si sono succedute, seppur ad esclusivo carattere religioso, per i fedeli hanno avuto una dimensione più intima e raccolta, come una sorta di ritorno all’origine della Festa del Patrono.

Suggestiva ed emozionante la tradizionale Santa Messa celebrata il giorno 15 nel luogo denominato “Traccio di Santo Venanzio Martire”, nelle vicinanze del paese, dove  la leggenda popolare narra dei segni lasciati dal passaggio del Santo. Di ritorno da Roma, infatti, il Martire Venanzio sembrerebbe che si sia fermato per far abbeverare i cavalli stanchi dei soldati che lo avevano in custodia, e con una spada trafisse la roccia sopra la quale un cavallo aveva appoggiato lo zoccolo e dalla fessura sgorgò miracolosamente acqua zampillante.

Ma il momento più saliente si è registrato il pomeriggio del 18 maggio, giorno in cui si commemora la dipartita del Santo, con la solenne celebrazione liturgica presso i Giardini della Villa Comunale. Ha ragione don  Jeremiah kelly, durante ml’Omelia, quando ha  fatto notare che onorare il ricordo del Santo Patrono, ogni anno rappresenta qualcosa di diverso. Ed infatti sarà stato proprio il luogo del Parco Comunale curato alla perfezione che ha fatto da cornice; sarà stata la splendida giornata di sole primaverile che ha accompagnato la celebrazione; sarà stato il vedere di nuovo lo spazio ai sanvenanzesi particolarmente caro affollato di nuovo da tanta gente, dai più giovani alle persone anziane; sarà stato l’aspetto organizzativo che, nel rispetto anche dei protocolli per il contenimento pandemico, ha funzionato perfettamente; o sarà stata la voglia che accomuna tutti di tornare a stare insieme fuori dalle proprie case; fatto sta in quel parco si è percepito e si è respirata un’atmosfera diversa. Anche la Statua restaurata di Santo Venanzio Martire, vero capo di casa per l’occasione, posta davanti all’altare, nella sua imponenza sembrava infondere pace e speranza a tutti. E quasi a voler raccogliere anche l’appello del Sindaco Marinelli, nel suo saluto alla comunità,  di affrontare  le sfide future  con maggiore senso di unità, spingendoci oltre le divergenze ideologiche o di fede sportive, durante la cerimonia si è percepito che i cuori dei presenti battevano all’unisono per la fervida devozione a Santo Venanzio Martire. 

E così,  traendo un bilancio sulla riuscita dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono, la bilancia si colloca insindacabilmente verso il positivo a conferma di quanto la devozione per il nostro amato Protettore è tuttora viva e sentita lasciando ben sperare per il futuro dell’intera comunità sanvenzese.

E con un arrivederci al prossimo anno, magari più liberi dalle tante costrizioni che questo assurdo periodo storico impone, la Priorata, organizzatrice degli eventi, augura che Santo Venanzio Martire benedica e protegga sempre i fedeli che a lui si affidano.”

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter