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Dal 3 ottobre al 28 novembre, uno spettacolare viaggio nei più remoti deserti del mondo in 53 immagini analogiche di una Leica M6, senza artifici, nel bianco e nero dei grandi reporter
Siberia Inhabited Deserts 4A-54 copy

Il centro storico di Todi ospiterà, dal 3 ottobre prossimo, la mostra fotografica di John R. Pepper dal titolo “Inhabited Deserts”, realizzata dal Comune di Todi con il contributo della Fondazione Cultura e Arte, emanazione della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e, ed in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia. La mostra è curata da Gianluca Marziani, co-curatore KirillPetrin.

In 53 immagini analogiche della sua Leica M6, senza artifici, nel bianco e nero dei grandi reporter, John R. Pepper, fotografo e artista a tutto tondo, narra il suo viaggio durato tre anni tra i più remoti deserti del Globo. “I deserti hanno sempre affascinato i fotografi” – dice John R. Pepper – “La ragione che spesso li porta lì è catturare la bellezza del paesaggio. Una bella sfida, ma non era quello che cercavo: io volevo andare oltre. La mia idea, il mio intento, è stato usare il deserto come il pittore sfrutta la verginità di una tela bianca. Ho cercato di scoprire quali immagini si offrivano al mio sguardo. Alla fine di questa ricerca subliminale, la mia fotografia, la mia “tela”, si fa espressione del mio essere profondo, delle mie percezioni di artista”.

Tre anni, 18.000 chilometri percorsi nei deserti di Dubai, Egitto, Iran, Israele, Mauritania, Oman, Russia e Stati Uniti, hanno permesso a Pepper di scoprire luoghi suggestivi che esprimono complessità e diversità emotive oltre che geografiche. Un viaggio soprattutto interiore che emerge dai silenzi delle immagini e palesa la scoperta di quanto questi accomunino l’umanità in incontri intensi e profondi.

Il curatore della mostra Gianluca Marziani annota: “Pepper sfugge alle arguzie da software digitale, evitando il maquillage d’artificio e sposando il tema analogico in maniera sensibile. Modula le scale dei grigi con rabdomantica nitidezza, profilando le dune come fossero lame, sezionando i contrasti con ambivalenze semantiche, intuendo l’istante in cui il sole disegna senza sbavature”.

Osserva il co-curatore della mostra KirillPetrin: Seguire John Pepper in questa avventura permette di scoprire anche un paio di cose su se stessi. Persino alcune delle sue leggendarie guide nel deserto, uomini che hanno passato in quei luoghi tutta la vita e li conoscono da cima a fondo, ammettono di non aver mai visto i loro deserti sotto questa luce. Queste fotografie, paradossalmente, non riportano ai luoghi effettivi in cui sono state scattate. Conducono altrove, in un luogo nuovo in cui far abitare la mente e l’immaginazione”.

Dice il Sindaco di Todi, Antonino Ruggiano: “Siamo orgogliosi di ospitare nella nostra città la mostra personale di John R. Pepper. Le sue fotografie, oltre a sorprendere e sedurre lo spettatore, offrono la possibilità di essere trasportati in luoghi mistici: i deserti del mondo, tutti apparentemente uguali e inospitali ma che in realtà svelano millenni di storia e di vita di popoli diversi”.

Commenta infine il presidente della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, Emmanuele F. M. Emanuele: “Il mio sincero apprezzamento per il talento di John R. Pepper risale al 2016, anno in cui la Fondazione Terzo Pilastro, su mio impulso, ha ospitato nelle sale del Museo di Palazzo Cipolla la sua personale Evaporations. Con questo nuovo ambizioso progetto, che ha comportato tre anni di lavoro e l’attraversamento di gran parte del globo, Pepper riesce a restituirci un’immagine del nostro pianeta che evoca il miracolo della Creazione, un ritorno all’ ‘Anno Zero’ da cui tutto prese avvio, in cui il vuoto solo apparente che traspare da ogni immagine si riempie di contenuti tangibili: uno su tutti, la necessità di fermarsi ad ascoltare la propria coscienza, per ristabilire infine una ritrovata armonia tra l’Uomo e la Natura.

Il percorso espositivo sarà accompagnato da video che condividono l’avventuroso backstage per cogliere quell’attimo fermato dallo scatto, oltre a interviste con le guide e i personaggi incontrati. Testimonia la mostra un prezioso libro-catalogo.

 

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