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La pubblicazione, ricchissima di foto e documenti inediti, ricostruisce le ragioni e le circostanze che portarono alla fondazione della Colonia Agricola nel lontano 1863 e la storia sociale ed economica della città in quegli anni
Libro Istituto Agrario più antico d'Italia

Un bel volume, non c’è che dire. Con 330 pagine ricche di inedite foto, frutto di tre anni di ricerche dell’instancabile Gilberto Santucci, Marcello Rinaldi presenta il suo ultimo lavoro editoriale dal titolo: “L’Istituto Agrario più antico d’Italia. Ragioni e circostanze che portarono alla fondazione della Colonia Agricola di Todi”.

Rinaldi, Preside dell’Istituto Ciuffelli-Einaudi, non si limita a tracciare la storia dell’Agrario intitolato alla memoria del Senatore del Regno “Augusto Ciuffelli”. Il suo non è solo uno studio di cronologia storica dell’Istituto Agrario più antico non solo dell’Umbria ma dell’intero Paese. Fa altro. Invita il lettore a scoprire la storia sociale dell’originaria Colonia Agricola guardandola attraverso la storia culturale ed economica della città di Todi, ove sorge la scuola.

Tutto prende avvio alla metà dell’Ottocento, con l’adesione di alcuni innovatori tuderti al movimento di rilancio del settore agricolo promosso in gran parte per merito di scelte coraggiose di uomini di fede, come don Luigi Orione, don Luigi Guanella, don Michele Rua, don Giovanni Cocchi che fondarono Colonie Agricole a contrasto dello spopolamento delle campagne, fenomeno già presente alla fine del XIX secolo, con la fuga verso le città sempre più affollate e in cui la domanda di lavoro non trovava riscontro.

Come ben ricorda Rinaldi, nonostante un certo conservatorismo presente nel territorio dello Stato Pontificio, che guardava con sospetto alle trasformazioni intravedendone possibili collegamenti culturali con le ragioni della rivoluzione francese, a Todi si creano le condizioni per andare oltre, sia pure in un’Italia che contava il 78% di analfabeti; il 90% nel nostro Meridione.
Dalle istituzioni caritatevoli che avviavano con modestia i giovani al lavoro dei campi si passò a ideare una vera e propria istituzione scolastica per “educare ed istruire nelle cognizioni pratiche dell’agricoltura”, aperta al progresso di quello che si sarebbe poi chiamato il settore primario dell’economia nazionale.

La storia dell’Istituto Agrario, di quella che i tuderti amano chiamare “La Cittadella Agraria”, iniziò nel 1863 con una battaglia: per la sede.
Il volume appena uscito ricorda l’impegno di attivi tuderti come Attico Mortini, Fortunato Casei, Angelo Francisci, ma soprattutto il cavaliere Angelo Angelini, primo Direttore della Colonia Agricola, che ben comprese come la ubicazione di una vera scuola per i giovani di Todi e del più vasto circondario, non poteva essere ristretta negli angusti spazi dell’Orfanotrofio femminile, ovvero della antica foresteria della Consolazione, oggi sede dell’ITCG “Luigi Einaudi”. Il terreno da coltivare era scarso.
Lo spostamento di sede presso l’ex Convento dei Cappuccini, oggi Istituto “Varalli-Cortesi”,
apparve la scelta giusta. Ma per poco tempo. Rinviando alla lettura del libro circa le vicende connesse, si indica che la scelta di una nuova, terza ed attuale sede cadde poi sull’ampio complesso dell’ex Monastero benedettino di Montecristo, già esistente nel 1248 e soppresso come sede conventuale nel 1794.

L’istituto agrario più antico d’Italia vanta anche il primato dell’antichità della sede. Infatti, delle attuali 19 mila sedi scolastiche italiane, quelle ubicate in edifici centenari non sono numerose. Il primato spetta alla Liguria con il 20% , seguita dal Piemonte con il 16%. Ma anche nel Lazio e in Umbria vi sono accreditate scuole con sedi plurisecolari, riattate a scopo scolastico. Pensiamo alla “madre di tutte le scuole umbre”, ossia all’Istituto magistrale “Assunta Pieralli” di Perugia apertosi nell’anno 1861, oppure al secolare Liceo classico “Ennio Quirino Visconti” di Roma, le cui aule sono ricavate negli spazi del Collegio Romano fondato da Sant’Ignazio di Lojola nel 1550 come prima sede della Compagnia di Gesù.

Ma a seguire il lavoro di Rinaldi e Santucci si scopre che le particolarità dell’Istituto “Ciuffelli” di Todi sono ben altre.  Il libro del preside Rinaldi e la ricca documentazione fotografica di Santucci ci presentano non solo il più antico Istituto Agrario del nostro Paese, ma anche gli originari ambienti scolastici, che sorgono negli spazi del più antico edificio adibito a sede scolastica. Infatti, il monastero dei Montecristo sorgeva nelle volumetrie odierne e negli stessi spazi geografici di oggi fin dai tempi del francescano Jacopone da Todi, uno dei massimi poeti in lingua volgare italica del XIII secolo, secondo solo a Francesco d’Assisi.

L’interessante volume completa autorevolmente le iniziative promosse quando l’Istituto Agrario tuderte celebrò i 150 anni di storia ininterrotta. Nel 2014 si sono svolti i festeggiamenti del primo secolo e mezzo di attività: non c’erano solo ad animare i molteplici eventi in programma i docenti della scuola, gli allievi e i tantissimi ex allievi, il personale tutto, i dirigenti ministeriali arrivati da Roma e il corpo ispettivo, come il presidente della Camera e i rappresentanti delle istituzioni locali ed amministrative. A scuola c’era la città di Todi, la sua gente, quelli che avevano varcato l’ingresso della scuola da allievi, ma anche quelli che sapevano solo che quella antica sede scolastica era – ed è – non solo una scuola, ma è un pezzo inalienabile della cultura e della storia cittadina: “La Cittadella” è per i tuderti molto di più di un’istituzione formativa. Molto di più.

E in quella occasione, negli occhi lucidi della gente, c’era tanta contentezza, ma anche fierezza che difficilmente si possono notare in analoghe occasioni. Ma vi erano anche Guido Gagliardini, Giancarlo Pasqualini, Giovanni Ruggiano, Paolo Frongia unirsi come ex presidi attorno al Marcello Rinaldi attuale dirigente scolastico di una istituzione, l’Istituto “Ciuffelli-Einaudi”, che conta ora oltre 900 studenti e crica 150 convittori residenti.
Un bel traguardo di stile e di storia civica, una narrazione veramente con-divisa della collettività a cui questo bel libro, tutto da leggere e custodire, rende degno omaggio.

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