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Con la nuova Deliberazione del 10 giugno 2020, n. 467, contenente le “Linee di indirizzo per le attività sanitarie nella fase 3”, la Regione ha deciso di modificare le prescrizioni della DGR 1417 del 4 dicembre 2018 sulla RU486, “relativamente all’opportunità di somministrare la RU486 in regime di ricovero in day hospital”. Questo perché le raccomandazioni ministeriali del 24 giugno 2010 “Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza” ribadiscono la necessità di ‘regime di ricovero ordinario’.
In sostanza per praticare l’aborto farmacologico è necessario un ricovero di 3 giorni e non più, come previsto dalla precedente Delibera, un ricovero in day hospital seguito da follow-up a casa.
L’associazione Franca Viola Coordinamento donne di Todi ritiene che questa decisione sia da interpretare come una vera e propria violenza nei confronti delle donne, specialmente di quelle rientranti in categorie disagiate. Gli art. 14 e 15 della legge 194/78 precisano che i procedimenti abortivi devono comunque essere attuati in modo da rispettare la dignità personale della donna ed essere aggiornati alle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose. Invece il ricovero di tre giorni secondo la Società Italiana Ginecologi e Ostetrici è inutile dal punto di vista medico, è difficile da praticare per donne con carichi famigliari e di lavoro già insostenibili e a volte è impossibile per i soggetti più fragili, come le più giovani. In casi estremi, rischia di incentivare metodi abortivi non convenzionali che metterebbero a rischio la salute fisica e psicologica della donna.
In conclusione, l’effetto della nuova Deliberazione non va quindi nella direzione di una maggior tutela della salute della donna e pone invece un nuovo ostacolo alla libertà di autodeterminazione delle donne. L’Associazione Franca Viola Coordinamento donne di Todi, assieme alle tante voci di tutela dei diritti delle donne, ne chiede l’immediato ritiro.

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