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Dal 4 al 26 luglio, al Palazzo comunale di Todi, una mostra di immagini fotografiche scattate da Stefano Benazzo: in esposizione anche un modello ligneo del tempio della Consolazione
stefano benazzo

Si svolgerà dal 4 al 26 luglio nella Sala delle Pietre, presso il Palazzo comunale di Todi, una mostra di immagini fotografiche di relitti spiaggiati scattate da Stefano Benazzo.
Stefano Benazzo – fotografo, scultore, modellista navale ed architettonico – vive a Todi, dopo aver lasciato alla fine del 2012 la carriera diplomatica con il titolo di Ambasciatore d’Italia. Ha svolto la sua attività a Bonn, a Washington, a Mosca, presso la Presidenza della Repubblica Italiana, ed è stato Ambasciatore d’Italia in Belarus e in Bulgaria.

Benazzo è fotografo da cinquanta anni. Si dedica da anni ad una ricerca sui relitti di navi e imbarcazioni spiaggiate sulle coste (e nelle acque interne) in tutto il mondo. Ha fotografato più di 400 relitti nelle Americhe, ai Caraibi, in Africa e in Europa (e continua a fotografarli), rispettando così il Dovere di Memoria verso i naviganti di tutti i paesi e tutte le epoche. Le sue sculture sono state esposte in numerose mostre personali e collettive e sono custodite in collezioni private. Quale modellista navale ha esposto in Italia e all’estero. Quale modellista architettonico, costruisce modelli di chiese, moschee, sinagoghe, e di edifici significativi; in omaggio a Todi, espone in occasione della mostra nella Sala delle Pietre un suo modello in legno in scala 1:140 del Tempio di Santa Maria della Consolazione, riprendendo così la tradizione dei “Legnaioli”, cioè degli artigiani che costruivano – sulla base delle indicazioni degli progettisti – modelli destinati ai costruttori. Benazzo si dedica altresì alla conservazione delle locomotive a vapore, come Presidente della World Alliance of Tourist Trams and Trains (Wattrain).

Negli ultimi anni, ha svolto circa quaranta mostre personali in Italia e all’estero, ed ha partecipato a numerose mostre collettive. Ha pubblicato vari cataloghi e libri; altri sono in programma. Suoi portfolio di fotografie di relitti sono stati pubblicati su riviste d’arte navale, annuari e cataloghi di arte moderna, ed innumerevoli articoli gli sono stati dedicati. La sua attività è stata illustrata alle televisioni italiana e francese. Ha fornito immagini per le copertine di diversi libri, scrivendone le prefazioni. Dopo l’interruzione causata dalla pandemia, esporrà nei prossimi mesi in Italia, Germania, Canada e USA. Fra i riconoscimenti conseguiti, oltre ad essere Accademico di merito dall’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, ha ricevuto fra l’altro il Premio speciale Carlo Marincovich nel 2018 ed il Premio AcquiAmbiente 2019.

Nella sua ricerca fotografica sui relitti spiaggiati le parole chiave sono: passione, emozione, dovere di memoria. La ricerca è ispirata dall’ambizione di mostrare simboli di coraggio, dolore e paura, e testimonia compassione verso coloro che hanno vissuto quei momenti, lavorando, navigando, combattendo. I relitti – diventati parte della natura – portano con sé la memoria di coloro che non figurano nei testi di storia, ricordano la sofferenza di innumerevoli famiglie di Marinai, sono il simbolo di alcune caratteristiche essenziali dell’uomo e della storia economica, sociale, industriale e marittima: ingegno, coraggio, iniziativa economica, spirito di avventura, e testimoniano infine la capacità degli architetti navali, dei cantieri, degli armatori, degli equipaggi, dei pescatori, dei responsabili dei salvataggi, dei sommozzatori. La ricerca cristallizza i resti di sontuose cattedrali del mare (ma anche di umili imbarcazioni) destinate a sicura decadenza. Poiché è impossibile esporli nei musei, è indispensabile almeno fissarne le immagini per le future generazioni, prima che siano irrimediabilmente distrutti in pochi anni dal tempo atmosferico e dal mare. Inoltre, i relitti si trovano spesso in luoghi lontani ed inospitali, difficili da visitare. Ragione di più per fissarne la memoria e mantenere viva la memoria dei Marinai che erano a bordo.

La passione di Benazzo deriva da mezzo secolo di vela e fotografia, dall’avere vissuto il pericolo in mare, dalla maturità raggiunta tramite l’esperienza, dalla consapevolezza del nostro debito verso i Marinai, dal suo profondo rispetto nei loro confronti. I relitti muoiono soli; raramente vengono assistiti e curati; è quindi naturale dedicare loro attenzione, simpatia e rispetto.

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