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La tanto auspicata Fase 2, si è rivelata solo una timida apertura ad alcuni settori produttivi, ignorando le diverse situazioni del contagio nelle regioni; riaprono le industrie del manifatturiero e dell'edilizia
giuseppe conte

Dal 4 maggio 2020 entrerà in vigore l’ultimo DPCM che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha illustrato questa sera in diretta televisiva ai cittadini italiani. Cosa cambierà quindi con il nuovo decreto?

Potranno riaprire le aziende manifatturiere e dell’edilizia e quindi potranno tornare al lavoro operai ed impiegati di queste aziende. Potranno invece riaprire solamente a partire dal 18 maggio, i negozi con vendita al dettaglio; bar e ristoranti potranno restare aperti solo per vendita di prodotti da asporto, con i prodotti che non potranno essere consumati davanti ai locali, ma obbligatoriamente a casa.

La riapertura di bar, ristoranti, centri estetici, parrucchieri, potrà avvenire solo a partire dall’1 giugno, se la situazione dei contagi lo consentirà.

Dal punto di vista della libertà individuale, rispetto ad ora, si potrà far visita a congiunti e familiari provvisti di mascherina, ma non si potranno tenere “ritrovi di famiglia” quindi pranzi, cene e quant’altro.
Si potrà fare sport lontano dalla propria abitazione, purché si rispetti la distanza minima interpersonale di 2 metri per le pratiche sportive più dinamiche. Sarà possibile riaprire i parchi pubblici nel rispetto delle distanze di sicurezza.
Per nessun motivo, se non per motivi urgenti di lavoro o di salute, è consentito spostarsi fuori dalla propria regione.

Sono in produzione le mascherine protettive, che saranno messe sul mercato ad un prezzo calmierato (per quelle chirurgiche il prezzo dovrebbe essere di circa 50 centesimi di euro) grazie anche alla cancellazione dell’iva.

Si potranno celebrare i funerali a cui potranno partecipare non più di 15 persone, rispettando le misure di sicurezza.
Rimangono vietati tutti gli assembramenti e rimane in vigore l’autocertificazione (aggiornata) sugli spostamenti.

La paura del contagio ha quindi preso il sopravvento e la tanto auspicata Fase 2, si è rivelata solo una timida apertura ad alcuni settori produttivi. Anche i possibili provvedimenti diversificati in base alle situazioni di contagio nelle diverse regioni, non sono stati applicati. Quindi anche una regione come l’Umbria, con contagi prossimi allo zero, dovrà osservare le stesse restrizioni, con le stesse tempistiche, di regioni come la Lombardia che hanno ancora un elevato numero di positivi al Covid-19.

In allegato il testo del DPCM del 26 aprile 2020.

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