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Denunce e controdenunce tra la figlia Luisa e la madre Maria Rita Clementi per la tutela di quel che resta del patrimonio
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Volano gli stracci e le denunce all’interno della famiglia Todini, tra gli eredi del Cavalier Franco, imprenditore tuderte che, partito dal nulla, era riuscito a costruire un vero e proprio impero economico e finanziario, con forti interessi anche all’estero, ma senza mai far mancare attenzione alla sua città di origine.
La Dinasty si guadagna oggi le pagine di importanti quotidiani nazionali, da “Il Fatto” di Travaglio ad “Affari e Finanza”, che riferiscono nei dettagli della guerra legale in corso fra la figlia Luisa e la madre Maria Rita Clementi.

Ad essere conteso è il patrimonio milionario, al centro di una saga fatta di denunce e controdenunce che giovedì dovrebbe vedere un passaggio fondamentale, visto che è fissato un ricorso nel quale il giudice della prima sezione civile del Tribunale di Roma è chiamato ad esprimersi sulle capacità della madre di intendere e di volere, a seguito dell’iniziativa intrapresa dalla figlia.

La storia ruota attorno a un trust familiare che la signora Clementi, 78 anni, ha costituito un anno fa a vantaggio e tutela di entrambi i figli in parti uguali. La decisione, secondo la madre e i suoi legali, non piace alla figlia alle prese con un “bisogno impellente di liquidità”.
Luisa accusa dunque i collaboratori della madre di non tutelare un patrimonio che era di 65 milioni di euro alla morte del padre e che ora sarebbe inferiore a 10 milioni. La madre si difende andando giù dura: “Tutti sanno che la Todini Costruzioni Spa, da Luisa ereditata dal padre, nelle sue mani ha maturato oltre 400 milioni di debiti. Grazie all’intervento del suo amico Berlusconi non è fallita, ma è stata acquistata da Salini. Oggi mi sento braccata, oggetto di una intimidazione costante finalizzata al solo scopo di farmi cedere alle sue pretese economiche”.

In mezzo visite mediche, mosse e contromosse legali, spostamento di capitali all’estero. Sullo sfondo, tornando alla realtà locale, anche le proprietà e gli interessi che la famiglia ha ancora nel territorio tuderte, dalla Cantina al Relais, dall’azienda agricola al parco faunistico, la maggior parte del quale passato in affitto e in altra gestione.
Le stesse borse di studio, erogate da più di 30 anni dall’omonima Fondazione agli studenti più meritevoli, lamentano alcuni degli ultimi beneficiari, non sostengono più, come volle il Cavalier Franco, scomparso nel 2001, tutto il percorso universitario ma si limitano al solo anno di maturità.

La prima avvisaglia pubblica della guerra arrivò proprio qualche anno fa nell’ambito dell’annuale consegna delle borse di studio. Presso il teatro dell’Istituto Agrario, davanti ad una platea sbigottita ed imbarazzata, Luisa Todini si lasciò andare ad uno sfogo pubblico circa la complicata situazione familiare.

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