A poco più di due mesi dall’apertura, il nuovo Cinema “Nido dell’Aquila” è già diventato un punto di riferimento per la città e il territorio. Oltre 4.000 le presenze registrate complessivamente, con 24 film in cartellone e 146 proiezioni in totale. Per la statistica e per gli appassionati diciamo che il film che ha registrato il più alto numero di spettatori è stato “Van Gogh sulla soglia dell’eternità” con 406 presenze, a seguire “Il ritorno di Mary Poppins” 384 e “Ralph spaccainternet” 332.
Il gestore, Romolo Abbati, è soddisfatto dell’avvio ma freme dalla voglia di fare di più e meglio, migliorando non appena sarà possibile l’offerta, sia interna al cinema che all’esterno, con particolare riferimento alla segnaletica e all’illuminazione.
Non era una scommessa facile da vincere, nell’era delle multisala. Quale è il punto di forza di una struttura incastonata nel centro storico cittadino? “Chi sceglie di assistere ad una proiezione in una sala di città avendo la possibilità di reperire una quantità illimitata di titoli nelle varie piattaforme streaming e nelle televisioni a pagamento, è alla ricerca di una dimensione più umana, di un’esperienza da condividere anche con persone che non conosce alle quali è però accomunato da un piccolo persorso di vita. Capita spesso che uscendo dalla sala la gente si trattenga per commentare il film appena terminato, per chiedere quale sarà il prossimo titolo in programma o per sollecitarne uno di suo interesse. Tutte cose che nelle multisala non avvengono. La cosiddetta sala di città contiene un elemento di socialità che nelle multisala non è possibile trovare”.
E a livello di programmazione, invece, che differenza c’è? “Noi piccoli esercenti indipendenti siamo liberi di scegliere quale film proiettare, compatibilmente con le regole imposte dalle distribuzioni che, nell’ultimo periodo, si stanno facendo un po’ meno rigide che in passato. Insomma stiamo cecando di capire quali siano i gusti del pubblico tuderte nel tentativo di coniugarli con la nostra idea di cinema e per ora, possiamo dirci abbastanza soddisfatti. Intanto agli studenti delle scuole superiori abbiamo consegnato la “Schermitutti card”.
La risposta da parte dei tuderti dunque c’è stata? “Assolutamente sì, forse anche in considerazione che la città veniva da un lungo periodo di astinenza che si era trovata all’improvviso “orfano” della propria sala. In un certo senso c’era molta fame di cinema ed i risultati si sono subito visti. C’è stata anche una buona partecipazione dei residenti stranieri che puntualmente si presentano alle proiezioni in lingua originale. L’auspicio è che in futuro, potendo ancora noi gestire questo spazio, il pubblico cresca e ci aiuti a fare il “palinsesto” settimanale. In particolare vorremmo coinvolgere maggiormente le scuole del territorio anche con progetti da portare avanti insieme”.
Il cinema come inizio del rilancio del centro storico? “E’ ormai ampiamente dimostrato che la sala cinematografica tradizionale rappresenta per la città un presidio culturale e un’occasione di socialità. Abbiamo vicino a noi esempi in tal senso. A Perugia, dopo la riapertura del Cinema Zenith, in corso Cavour, sono nati ristoranti e bar attorno ai quali si sono poi sviluppati eventi conviviali che hanno fatto si il quartiere “Borgo bello” risulti oggi uno dei più vivibili della città.
Un altro esempio, più recente e sotto gli occhi di tutti, lo possiamo trovare sempre a Perugia in via delle Viola, dove nel giro di qualche anno sono state riaperte 2 sale cinematografiche: il cinema Melies ed il Post Modernissimo. Tutto il quartiere ne ha giovato subendo una positiva trasformazione in termini di vivibilità e sicurezza. Speriamo che anche Il Nido dell’Aquila possa rappresentare per Todi un elemento di crescita e concorrere insieme alle molteplici realtà presenti, ad assicurare alla città la continuità di una proposta culturale a portata di mano”.