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Prossima iniziativa sabato 19 gennaio con la spezzatura del maiale, rievocazione dell'antico rito della spezzatura e della festosa cena contadina che lo seguiva
Preparazione_delle_salsicce

Da qualche mese ha preso forma a Todi un nuovo sodalizio – l’Accademia dell’arte del gusto – nato dalla volontà di un gruppo di amici, imprenditori, professionisti ed esperti del mondo enogastronomico con l’intento di valorizzare e promuovere le eccellenze alimentari del territorio tuderte e non solo. L’associazione, che ha eletto come sua sede l’azienda agrituristica “Il Merollo” a Pesciano di Todi, vede tra i suoi soci fondatori Raimondo Astarita, Adriano Ciani, Matteo Ciucci, Valentina Dottorelli, Alberto Michelini, Furio Pallotta, Monica Petronio, Claudio Ranchicchio, Carlo Rossini, Carlo Rossi, Francesco Simoni e Filippo Sordini.

Presidente dell’Accademia è stato eletto l’imprenditore Raimondo Astarita, appassionato di enogastronomia che da alcuni anni ha scelto Todi come sua città di adozione, dove trascorre le vacanze e alcuni momenti di “ozio operoso”, come lui stesso li chiama scherzando, viste le numerose iniziative locali che lo vedono ormai coinvolto, insieme alla compagna Valentina, come promotore o sostenitore.

L’associazione intende caratterizzarsi per momenti che possano mettere al centro alcuni prodotti e tradizioni, con un approccio cultural-conviviale al quale non resta estranea una declinazione a volte simpaticamente goliardica. E’ il caso della prossima iniziativa, quella di sabato 19 gennaio, quando la strutture ricettiva di Pesciano ospiterà la serata “Vieni a fare il porco al Merollo”, iniziativa che vedrà i partecipanti coinvolti nella spezzatura del maiale, pratica in passato diffusa in ogni famiglia della zona ed ormai pressochè sconosciuta ai più.

L’attività pratico-laboratoriale, accompagnata da spiegazioni sulle scelte dei tagli e sull’utilizzo e conservazione delle diverse parti, sarà seguita da una cena tutta a base di specialità suine preparate con le ricette di una volta: schiacciata di farro con gli sfriccioli, frittovo, torta al testo con barbazza e erba cotta, fischioni col sugo degli ossi del maiale, padellaccia con fave e animelle, pancia di maiale in porchetta, fegatelli con la ratta, dolce porco.

“L’idea – spiega Carlo Rossi – è quella della rievocazione di antiche usanze,  dando continuità ad un antico rito, quella della spezzatura del maiale, che anche in passato era seguito in tutte le famiglie contadine da una cena festosa”.

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