Condividi su facebook
Condividi su twitter
L'ex presidente dell'ente Etab La Consolazione, Paolo Frongia, rende note alcune informazioni dopo l'arresto di Massimiliano Muzzi
castello petroro

La vicenda dell’arresto del rappresentante legale dell'”Associazione Nazionale delle Arti“, Massimiliano Muzzi, che ha in locazione il Castello di Petroro di proprietà dell’ente tuderte Etab La Consolazione, ha spinto l’ex presidente dell’ente, Paolo Frongia a fornire informazioni e chiarimenti sui rapporti con il conduttore del castello.
“In qualità di ex Presidente dell’Ente “La Consolazione ETAB” – dice Frongia – e in relazione alle recenti vicende giudiziarie del locatario del Castello di Petroro (proprietà dell’Ente), ritengo ovvio e corretto produrre alcune informazioni. Il castello di Petroro, dopo un oneroso restauro durato dal 2004 al 2014, seppure inserito in numerosi progetti e campagne promozionali, rimaneva purtroppo inutilizzato, sia per gli alti costi di gestione, sia per una difficile collocazione nel mercato. Inoltre le spese di manutenzione incidevano annualmente per migliaia di euro e rimanevano da completare gli arredi fissi interni, i numerosi bagni e la messa in funzione degli impianti tecnologici. Inserito il Castello nel progetto “Dimore” dell’Agenzia del demanio e dopo alcuni bandi per la concessione dell’immobile in locazione andati deserti, alla fine del 2015 l’Ente aderiva alla proposta di locazione avanzata dalla “Associazione nazionale delle Arti”, di cui risultava rappresentante legale il sig. Massimiliano Muzzi. Dopo scrupolosi controlli (compresa la visione del casellario dei carichi pendenti) non risultando nulla a carico del Muzzi in data 5.4.2016 veniva sottoscritto il formale contratto di locazione per la durata di anni venti, per un canone annuale, a regime, di circa 90.000 euro.
Nel mese di febbraio del 2017 perveniva all’Ente un memoriale anonimo in cui si descrivevano supposti illeciti commessi dal conduttore signor Massimiliano Muzzi e dalla di lui consorte signora Federica Tatulli. Con nota PEC (prot. 254 del 13.2.2017) l’Ente presentava un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto, chiedendo di valutare la documentazione pervenuta e di effettuare i dovuti accertamenti atti a verificare eventuali ipotesi di reato relative ai fatti descritti.
Nel mese di dicembre del 2017, essendo pervenuto all’Ente un secondo  fascicolo anonimo e analogo al primo ed essendosi verificato un pagamento del canone mensile in forma “irrituale” seppure legale, l’Ente presentava subito un ulteriore ricorso alla Procura della Repubblica per il tramite della Stazione dei Carabinieri di Todi, cui venivano fornite tutte le informazioni in proprio possesso.
Come sempre, dunque, l’Ente ha saputo agire con scrupolosa attenzione ed in piena correttezza e trasparenza, com’è giusto e doveroso che sia, soprattutto per una istituzione pubblica.
Va detto, infine, che il signor Muzzi ha sempre rispettato gli accordi contrattuali ed eseguito tutti i lavori di completamento, manutenzione e messa a norma del Castello, con sostanziale e innegabile vantaggio per il patrimonio dell’Ente. Per i supposti reati a lui ascritti valuterà la Magistratura”.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter