Condividi su facebook
Condividi su twitter

In Umbria l’impressione è che, toccando qualcosa, venga giù tutto. Un rischio che la casta locale non vuole correre.
In tal senso il congelamento e la riconferma dell’intero Ufficio di presidenza di Palazzo Cesaroni rispondono a logiche di pura conservazione dei vecchi partiti, totalmente opponendosi a quell’esigenza di cambiamento che sale dall’Umbria, ferma al mesozoico della politica e dell’economia.
Non possiamo sottostare a logori giochi di palazzo e a stucchevoli manovre da Manuale Cencelli, lontanissime dall’autentico servizio ai cittadini.
Con questi presupposti, nell’assenza della minima tensione morale, negli ultimi due anni e mezzo l’Assemblea Legislativa ha certo perduto forza, tra troppe assenze, poche leggi, un andazzo generale da mercatino, senza dimenticare le pesanti ingerenze di alcuni potentati economici -tanto da non farci protocollare dei rilevantissimi atti- e l’influenza debordante della Giunta e della persona di Catiuscia Marini stessa, ledendo le prerogative costituzionali dei consiglieri eletti, mentre i diritti economici, sociali e ambientali delle nostre comunità sono sempre più in pericolo.
Oggi quindi abbiamo assistito a una fiction, ennesimo gioco delle parti ove era stato già spartito tutto lo spartibile, in una evidente corrispondenza d’amorosi sensi tra sinistra e destra.
Per tutti questi motivi, interpretando il diffuso disagio popolare, il Gruppo M5S in Regione Umbria stamattina ha lasciato intatta la scheda, rivolgendo alle forze politiche interessate un ultimo appello a cambiare prima di essere costrette a farlo.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter