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L'organizzazione da parte della Protezione civile, il patrocinio del Comune, la data del 25 novembre e qualche altra civile considerazione
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L’articolo sullo strano caso di una Miss per Todi contiene le considerazioni che molte di noi hanno fatto leggendo la locandina della pagina Facebook dell’evento.
Mi consente anche di aggiungere qualche altro elemento di valutazione sull’iniziativa, tanto più che, da ieri pomeriggio, il mistero sullo strano caso si è infittito, infatti dall’immagine della stessa pagina FB sono scomparsi i loghi dell’organizzatore e dell’ente patrocinante.
Passi che il Comune abbia chiesto all’amministratore della pagina di togliere il proprio logo, in attesa dell’ atto deliberativo che ne consenta l’uso, di cui ancora non c’è traccia, anche se la presenza dell’immagine sulla locandina fino a ieri può essere prova della comunicazione di adesione di massima all’iniziativa.
Ancora più strana è la scomparsa del logo dell’organizzatore,  tanto più che il Regolamento del concorso all’art. 1 recita: ”Il concorso di bellezza denominato UNA MISS PER TODI 2017 è bandito dall’Associazione La Rosa dell’Umbria Onlus. Il Bando di Concorso, unitamente al presente Regolamento Generale è di proprietà dell’Associazione La Rosa dell’Umbria Onlus”.

Le domande riportate nell’articolo citato sono le domande che in tante e tanti ci siamo posti: qual è la finalità culturale o sociale che l’Amministrazione Comunale potrebbe riconoscere nell’iniziativa, tanto da sostenerla concedendo il Patrocinio dell’Ente?
Perchè l’organizzatore è la Rosa dell’Umbria, l’associazione che svolge funzioni di protezione civile a Todi e in Umbria?
Da nessuna parte si legge, nella pagina dedicata, una motivazione che possa avere attinenza con le finalità istituzionali della Onlus (finalità per le quali è accreditata in un apposito albo), né del Comune che potrebbe patrocinare l’evento.

“Che c’azzecca?” direbbe un famoso magistrato! Ma soprattutto che c’azzecca con Todi un concorso di bellezza? Serve a Todi legare la sua immagine alla bellezza del corpo femminile, come ancora oggi si fa con i motori o con gli alcolici?
Sulla questione concorsi di bellezza ciascuno ha la sua opinione, io non li condivido.
Di competizione legate alla bellezza del corpo, femminile o maschile, che deve rispondere a canoni esterni alla propria identità, in cui i nomi delle persone vengono sostituiti da numeri, in cui la “morale” viene giudicata ed imposta  da altri (questo si legge nel regolamento di una miss per Todi: 5.e) Essere di condotta incensurabile, e comunque non essere mai state implicate in fatti o vicende di pubblica rilevanza offensivi della morale comune. 5.h) Non avere mai rilasciato pubbliche dichiarazioni di carattere sconveniente, o comunque non in linea con lo spirito di moralità proprio del Concorso) possiamo probabilmente fare a meno.

Del perché meglio di me hanno scritto su questi argomenti Laura Dalla Ragione, che dirige, avendolo ideato, il Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare di Palazzo Francisci, o, recentemente, Valentina Parasecolo nel suo sito valentinaparasecolo.com.
Per quel che mi riguarda non esprimo alcun giudizio sulle ragazze che decideranno di partecipare al concorso, auguro loro di fare un’esperienza positiva, libera e consapevole, chè sono laica e non intendo imporre morali a nessuno!
Seppure una morale e una cultura venga imposta dagli organizzatori e dai commenti che leggo sui social.

Anch’io, e molte altre, siamo rimaste basite per la scelta della data della finale, il 25 Novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Ingenuità? Può darsi.
E dire che dal 2014 in avanti, ogni anno con un gruppo di donne, riunite in coordinamento, con il contributo di diversi amici uomini, in modo totalmente gratuito e volontario,  abbiamo organizzato la celebrazione a Todi del 25 Novembre.
Le installazioni artistiche di Annamaria Vignanelli, i flash mob organizzati in Piazza, letture e danza sono stati l’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica cittadina sulla violenza agita sulle donne in quanto tali.
Abbiamo coinvolto, trovando ascolto e partecipazione, gli operatori commerciali della città, che in molti casi hanno voluto testimoniare la loro adesione alle iniziative promosse con particolari allestimenti nelle vetrine, hanno aderito le scuole, in cui insegnanti e allievi hanno prodotto elaborati, frutto di un lavoro di approfondimento in classe, che abbiamo esposto sotto i Portici comunali.

Sono certa che, accanto ai servizi della Rete Antiviolenza Umbra attivati anche a Todi, con un Punto di Ascolto presso i Servizi Sociali del Comune, anche queste attività possano aiutare a far crescere il livello di consapevolezza delle persone sulle discriminazioni di genere, che ancora oggi le donne subiscono, in famiglia, nella scelta dei percorsi formativi, nel lavoro.
Eravamo in Piazza, a Todi il 25 Novembre 2015, quando Raffaella Presta veniva uccisa dal marito a colpi di fucile nella sua casa di Perugia, ci saremo anche quest’anno per ricordare lei e tutte le donne scomparse, vittime di violenza di genere, che ha radici culturali profonde e che insieme, anche con gesti simbolici, abbiamo il dovere di prevenire e combattere.

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