Condividi su facebook
Condividi su twitter
Superare le storture e ridefinire un sistema di gestione dei rifiuti capace di creare economia, virtuosa, legale e che riporti al centro l'interesse prioritario dei cittadini e dell'ambiente
rifiuti-021

Il servizio di Raccolta Differenziata deve prevedere in tutta l’Umbria la fondamentale domiciliarizzazione della raccolta della frazione organica, per avere un rifiuto con una qualità che ci avvicina agli standard del nord Italia che ha uno scarto al massimo del 2-3%. Ovviamente anche la qualità di altre frazioni è importante per dare la possibilità alle aziende di servizi di recuperare risorse ma anche attivare nel territorio filiere industriali di economia circolare.

Recupero materia e impiantistica – La gestione e la tipologia della sezione impiantistica va orientata al recupero di materia, sia organica, tramite compostaggio e bidigestione, che secco. Come da noi molte volte auspicato, la Regione ha anche affermato l’imminente necessità dell’individuazione di misure che uniformino e innalzino la qualità delle frazioni raccolte, premiando la buona qualità anche in sede di conferimento agli impianti, con tariffe più basse per qualità più alte e viceversa, secondo il noto, ma poco praticato, concetto europeo del “chi più inquina più paga”. Tutto deve convergere nella minimizzazione effettiva dei rifiuti conferiti in discarica e nella massimizzazione del recupero, e la leva economica deve essere funzionale a questo.

Discariche – Allo stesso modo occorre la definizione di un sistema economico che non permetta più conferimenti in discarica a costi bassissimi (come ad esempio è avvenuto per la discarica di Sant’Orsola a Spoleto) che hanno il solo risultato da far ritenere poco “convenienti” azioni incisive di raccolta differenziata e recupero. Occorre invece renderlo un’opzione costosa e da evitare, innalzando le tariffe e innalzando anche il costo del conferimento in discarica degli scarti degli impianti di trattamento, per evitare ad esempio quanto accaduto con l’organico perugino per il quale gli scarti costituivano di fatto il principale risultato dei trattamenti effettuati.

Comunicazione, informazione e partecipazione – Qualche mese fa, in occasione della prima edizione di Comuni Ricicloni Umbria, un ex presidente di un’importante azienda di gestione dei rifiuti, dichiarò che i poco soddisfacenti risultati umbri sono dipesi prevalentemente dallo scarso senso civico dei cittadini. Invece la nostra riflessione è del tutto opposta, se nonostante un servizio inefficiente, nonostante scarsa e confusa informazione sulle modalità di conferimento, qualche risultato si è comunque ottenuto, lo si deve proprio all’impegno e alla perseveranza dei cittadini. Certamente però non basta il fervore e la diligenza di qualche cittadino civile. Occorre che ad un modello di gestione adeguato ed efficiente si affianchi una corretta, chiara, costante nel tempo e diffusa comunicazione orientata alla partecipazione e alla trasparenza.

Nel campo dei rifiuti l’esperienza degli ultimi anni ha mostrato con chiarezza che le soluzioni tecniche devono essere sempre accompagnate dalla creazione di consapevolezza diffusa tra i cittadini e dall’accettazione di un nuovo approccio al tema dei rifiuti.

I cittadini e le associazioni devono essere anche loro protagonisti del cambiamento dei sistemi di raccolta, soprattutto nel passaggio dai sistemi “a cassonetto” ai sistemi “porta a porta”, questo vuol dire che devono poter partecipare alle scelte di pianificazione e a quelle di localizzazione degli impianti, oltre che al controllo della gestione. Vuol dire infine che devono essere destinate risorse e, anche in questo caso, competenze qualificate, alla partecipazione e alla costituzione di osservatori sulla gestione che dispongano di informazioni e mezzi per svolgere un ruolo di controllo e di spinta costante al miglioramento.

Separazione dei ruoli – Infine ci pare doveroso un richiamo alla necessità della chiarezza nella separazione dei ruoli e al riconoscimento di tutti gli attori che compongono il quadro della gestione rifiuti e più in generale dell’economia circolare di questa Regione. La pericolosa sovrapposizione di soggetti che operano svolgendo molti di questi ruoli (ad esempio raccolta e smaltimento) perseguendo i propri pur legittimi interessi privati, non fa altro che rendere meno controllabile e orientabile secondo gli interessi collettivi l’intero quadro della nascente economia circolare. L’opportunità e la necessità offrono invece la chance di non ripetere gli errori del passato e danno l’occasione per ragionare ed agire seguendo un modello condiviso e sostenibile.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter