Condividi su facebook
Condividi su twitter
La CGIL di Terni pone la questione dell'inclusione del viterbese e del reatino nonchè di Civitavecchia nel territorio dell'Italia di Mezzo
terra-di-mezzo1

In tema di  Italia di Mezzo, termine per inciso di cui iltamtam rivendica il diritto d’autore essendo stato il primo ad usarlo, va avanti il dibattito con incontri politici tra i vari esponenti di Umbria, Toscana e Marche.

Sembra che così si voglia definire il territorio dell’Italia di Mezzo sulla base di una ipotesi di macro regione che è diversa da quella che dovrebbe unire le genti che in passato e nel presente sono legate dalle stesse o simili  consuetudini di vita e interessi.

Ora sulla questione interviene anche la CGIL di Terni, che pone la questione di territori reatini ( nel passato umbri) e del viterbese oltre che dello sbocco sul Tirreno con la nota che segue

“Il mese di settembre, come tutti gli anni, si caratterizza per le iniziative che vengono promosse su temi di rilevante importanza per le comunità locali. Tavole rotonde, incontri organizzati con l’obiettivo di elaborare progetti utili e funzionali agli interessi generali dei territori e delle loro comunità.

Le OO.SS. in questo contesto propositivo e con l’evidente obiettivo di dare sostanza a progetti che intervengano per mettere fine allo stato di crisi dell’Umbria, il 15 settembre alla sala dei Notari a Perugia, hanno organizzato un incontro per discutere dell’Italia di Mezzo . Progetto ambizioso che nasce dalla esigenza di abbattere confini regionali per mettere a regime i servizi migliori e costruire opportunità rivolte ai territori alla loro economia e alle tante comuni tradizioni tutte legate alla risorsa culturale, sociale, ambientale.

In questo contesto alcune realtà territoriali come la provincia ternana, area a forte valenza industriale, non potrà mai prescindere dai legami e dagli interessi che le merci e i prodotti industriali in primo luogo orientano. Parlare dell’area ternana e non coinvolgere i naturali porti con cui è strettamente collegata, vedi Civitavecchia,  sarebbe un errore imperdonabile.

La storia industriale ternana nel secolo vissuto ha posto sempre con forza il legame con i mari come essenziale per la propria sopravvivenza. Il Mediterraneo, l’Adriatico, i loro porti Civitavecchia e Ancona, la linea ferroviaria di collegamenti insieme a quella stradale sono essenziali per l’economia ternana e non possono essere escluse in un progetto di riorganizzazione istituzionale.

Troppi sono i collegamenti con le province di Rieti e Viterbo  nel campo dei servizi, del commercio e della rete formativa e ambientale, sbagliato sarebbe parlare dell’Italia di Mezzo e non coinvolgerli attivamente in un processo che ha l’ambizione di definire nuovi assetti e nuovi sviluppi.Con questo spirito chiediamo alle istituzioni umbre di verificare e costruire tutti i possibili percorsi e le alleanze necessarie.”

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter