A giorni, consumato l’ultimo impegno dell’anno scolastico, il collegio dei docenti del 16 giugno, Danilo Cerquaglia si congederà dall’Istituto Agrario di Todi, nel quale ha insegnato ininterrottamente per 40 anni e dove, considerato anche il quinquennio di studi superiori, ha trascorso praticamente tre quarti della sua vita, stabilendo un record difficilmente eguagliabile.
Studente del “Ciuffelli” dal 1968 al 1973, Danilo Cerquaglia è rientrato alla cittadella Agraria come insegnante tecnico-pratico già nel 1973, proseguendo gli studi universitari che lo hanno portato a laurearsi in biologia e a transitare, all’inizio degli anni Novanta, nel ruolo di docente di chimica ed industrie agrarie.
La sua lunga carriera non può essere riassunta però, soltanto dai numeri fuori dall’ordinario. Danilo Cerquaglia è stato infatti una presenza fuori dal comune. La pratica della libera professione lo ha mantenuto sempre in positiva relazione con l’esterno, la passione per i viaggi lo ha portato ad organizzare centinaia gite d’istruzione in Italia e all’estero, le capacità artistiche come pittore e scultore ne hanno arricchito il bagaglio culturale e le sensibilità da mettere a disposizione.
Senza arrivare all’identificazione completa con la scuola, come fu per il professor Roberto Nasini, altra figura storica dell’Agrario, dove trascorse anche lui quarant’anni, Danilo Cerquaglia ha lasciato un segno ugualmente indelebile nella comunità del “Ciuffelli”, coltivando un forte senso di appartenenza all’Istituto e, al tempo stesso, una positiva apertura culturale con “il resto del mondo”.
A ricordare l’impegno ed il lavoro di Danilo Cerquaglia, docente per tante generazioni di ormai ex allievi, rimarrà all’ingresso della “Cittadella” l’opera d’arte da lui realizzata e donata in occasione dei 150 anni della scuola celebrati nel 2014. Si tratta di una stele dal forte valore simbolico, sia per i richiami presenti (i cromosomi xx e xy, che rimandano alle scoperte di Mendel nel 1864, anno di fondazione della scuola), che per il materiale utilizzato, l’argilla, cioè la terra, matrice primaria del mondo agricolo.
In quell’occasione, ad una domanda di “Città Viva” su cosa provasse al pensiero di una sua presenza così lunga nell’Istituto, prima da allievo e poi da docente, Danilo Cerquaglia rispose così: “Questa domanda è un po’ inquietante per me, perchè faccio fatica a sentire differenze tra la mia casa e l’Istituto Agrario. Si confonde tutto: spazi, tempo, età giovanile, età matura, in una sorta di giostra emozionale. Sicuramente, però, ho la consapevolezza che è stato ed è il luogo determinante per la mia formazione umana e professionale, luogo dove sono arrivato come il più giovane e oggi sono lì come il più vecchio“.
Poi aggiunse: “Sono cambiato anche io nel tempo, come è cambiato l’Istituto ma rimarrà sempre il luogo affollato dai ragazzi che ho conosciuto e dalle persone che vi ho incontrato nell’orgoglio di essergli appartenuto“.
Dichiarazioni che anticipavano le emozioni del distacco dalla “Cittadella” di una vita.