Il monastero di San Valentino e la sua importanza testimoniata dai manoscritti della Bibbia Atlantica che porta l’omonimo nome.
E’ questo il tema della seconda conferenza prevista dal programma per i 500 anni dalla morte di Bartolomeo d’Alviano che si terrà sabato prossimo alle 17.30 al castello.
“La Bibbia atlantica di San Valentino e il monastero di S.Valentino” è il titolo del convegno coordinato dalla prof.ssa Erminia Irace dell’Università di Perugia e che avrà come relatori la prof.ssa Nadia Togni dell’Università di Ginevra e l’Abate Giustini Farnedi O.S.B. S. Pietro- Perugia.
Durante la conferenza si parlerà dell’antico monastero e della sua preziosissima Bibbia, ora conservata alla Biblioteca Palatina di Parma, che dopo 900 anni torna idealmente al suo luogo di origine.
“Quello che possiamo dire in più su questa Bibbia rispetto ad altre analoghe – dichiara Claudio Schiaroli, della proloco Alviano – è che contiene delle annotazioni a mano su alcune pagine, che riguardano dei possedimenti terrieri, che fanno risalire inequivocabilmente la Bibbia al monastero di S. Valentino al Piano, in Alviano.
Questo naturalmente testimonia l’importanza del monastero in considerazione del grande valore del manoscritto.
Si ipotizza anche un collegamento dell’Abbazia di S. Valentino con quella di Farfa che estendeva i suoi domini in tre regioni, le attuali Lazio, Umbria e bassa Toscana”.
Le Bibbie atlantiche erano così chiamate per le dimensioni notevoli (in media 600x350mm) contenenti il testo dell’Antico e Nuovo Testamento. Vennero prodotte tra l’XI e il XII secolo a Roma e nell’Umbria meridionale nell’ambito della riforma ecclesiastica promossa dal pontefice Gregorio VII (1073-1085).