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La Commissione Controllo e Garanzia della Provincia di Perugia, presieduta pro tempore da Floriano Pizzichini, incaricata di approfondire e fare luce sulla vicenda in merito all“Acquisto attrezzature per progetti europei Sopim e Stippu”, dove c’è il timore che possano configurarsi ipotesi di illegittimità.
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In Umbria in tempi passati, che ci si augurava non tornassero più, orologi preziosi e sicuramente costosi hanno segnato per un po’ la cronaca politica.
Ed ora tornano a farlo ad opera, presumibilmente, di un dirigente provinciale perugino immemore dei rischi che correva quando ha adottato la determina numero 41 del 22 gennaio 2016.

Qualcuno ha messo gli occhi su quel documento che ha disposto l’acquisto con fondi europei di iPad Pro, iPhone.
Insieme a questi anche un Apple Watch ed allora “apriti cielo” proprio nel momento in cui a breve avrà luogo una rotazione e le contestuali nuove nomine nella dirigenza della Provincia

Con voto unanime il Consiglio provinciale, nella sua ultima seduta, ha dato mandato alla Commissione Controllo e Garanzia, presieduta pro tempore da Floriano Pizzichini, di approfondire e fare luce sulla vicenda in merito all“Acquisto attrezzature per progetti europei Sopim e Stippu”, dove c’è il timore che possano configurarsi ipotesi di illegittimità.
Quindi non più una commissione speciale come si era pensato inizialmente, i cui tempi sarebbero stati troppo lunghi. “Condivido le motivazioni e l’istituzione della commissione – ha detto il Presidente della Provincia Nando Mismetti-, senza entrare nel facile luogo comune.
Ora la commissione ci dovrà chiarire quello che è successo, senza distinzioni tra maggioranza e minoranza, per prendere, poi le dovute misure”. “Noi non dobbiamo fare i giustizialisti – ha detto il consigliere Giampiero Panfili nel corso del dibattito consiliare – ma al tempo stesso abbiamo il dovere di rispondere a quanti affermano che l’Ente sia sulla cresta dell’onda della negatività.
In altri termini, dobbiamo dare una risposta a quello che si dice della Provincia. Pertanto – prosegue -, corre un obbligo morale e istituzionale di fare luce su quanto accaduto, senza sostituirci ai magistrati che dovranno svolgere il loro lavoro. Occorre evitare che si faccia di tutta l’erba un fascio”.
Erika Borghesi si è dichiarata “amareggiata” perché “abbiamo fatto notevoli sforzi per traghettare il nuovo ente, con il timore che il bilancio non venisse approvato, eppoi si apprende di atti che vanno in questa direzione”.

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