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Bufera per il fissaggio delle impalcature sulla pietra della facciata del tempio: consiglieri di opposizione all'attacco, le risposte del presidente dell'Etab Frongia
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Bufera a Todi intorno al Tempio della Consolazione, oggetto di recenti lavori per il rifacimento delle coperture in piombo delle semicupole.
Sul banco degli imputati sono finite le impalcature e in modo particolare gli ancoraggi delle stesse direttamente sulle pietre di travertino del monumento.

L’allarme è stato lanciato su Facebook (e  subito ripreso con evidenza dal quotidiano La Nazione: “Restauro pasticcio: tempio sfregiato dalle impalcature”) dal consigliere comunale Moreno Primieri, il quale ha pubblicato numerose fotografie dei fori praticati sul tempio per fissare i tubi innocenti.
“Possibile che non ci fosse altra soluzione tecnica”, si è domandato l’esponente dell’opposizione, “come quella di un braccio mobile, piuttosto che praticare centinaia di buchi sulla facciata dell’edificio simbolo del Rinascimento italiano?“.

A gridare allo scempio, rilanciando alcune immagini postate da Marco Belia,  è stato anche il consigliere comunale Floriano Pizzichini, che ha sintetizzato la sua critica con uno dei visual che contraddistingono la sua campagna: la facciata della Consolazione raffigurata come il formaggio Emmenthal, ovvero una groviera di buchi, con sopra la scritta “Povera Todi” (slogan caro all’ex Sindaco Ruggiano).

Ad aggiungere carne al fuoco è stato poi il consigliere di centrodestra Claudio Serafini, che da esperto del settore ha diffuso alcune schede tecniche sulle procedure di realizzazione delle impalcature per dimostrare che, oltre a poter utilizzare le finestre quali possibili ancoraggi, come suggerito da altri intervenuti nel dibattito, era possibile adottare altre soluzioni in grado di evitare l’ancoraggio alle pareti, attaccando i “grandi professori che se non sanno le cose dovrebbero studiare o fare posto a chi le sa fare invece di fare danni“.

A rispondere alle critiche, interpellato dal quotidiano “La Nazione”, è stato il Presidente dell’Etab, professor Paolo Frongia, il quale ha dichiarato: “Può sembrare che le impalcature inserite nelle pareti de Tempio abbiano lo stesso diametro dei fori. In realtà abbiamo ancorato i palchi con degli stop di pochi millimetri, che si dilatano all’interno dei fori già utilizzati in passato per altri interventi», aggiungendo che l’ente ha avuto “un’attenzione cavillosa per questi interventi”.

L’affermazione di Frongia ha prodotto una risposta di Primieri, il quale ha pubblicato sul proprio profilo copia della documentazione dalla quale risulta l’autorizzazione dell’Etab al sub appalto dei lavori dell’impalcatura, sostenendo in pratica che alle affermazioni di scrupolosità non avrebbero corrisposto i fatti. Nel fluire delle posizioni, non è mancato chi ha sollevato dubbi sul fatto che le nuove coperture fossero perfettamente identiche a quelle pre-esistenti.

Sullo sfondo, ad alimentare la polemica, come è facile dedurre dai commenti lasciati sotto i diversi post, c’è ancora lo strascisco della forte contrapposizione che divise la città nel 2009 all’epoca della nuova illuminazione del tempio.
Dall’opposizione ora si chiedono dove sono i “fischiettatori” e il comitato di difesa della Consolazione che all’epoca si mobilitò contro quel tipo di intervento.
Dall’attuale presidenza dell’Etab, sempre dalle pagine della “Nazione”, si ribatte allo stesso modo: «Piuttosto di fare polemica sui social, queste persone dovrebbero fare un mea culpa per l’orribile illuminazione con cui in passato era stato deturpato il Tempio».

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