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La cantina di Todi ha chiuso l’anno con un +20% di fatturato rispetto al 2014 ed una produzione di 120.000 bottiglie, registrando anche in questo caso un + 20%.
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In un panorama nazionale in cui i consumatori sembrano sempre più interessati ad alimenti il più possibile privi di elementi chimici, è apparso sul mercato anche il vino privo di bisolfiti, un vino che esclude in maniera inequivocabile il ricorso all’aggiunta di additivi chimici, particolarmente di solfiti.
E’ questo il progetto ‘Onlywine’, frutto della ricerca dei tecnologi alimentari del Dipartimento di Scienze agrarie alimentari e agroambientali dell’Università di Pisa, che si è tradotto in realtà con la produzione delle prime bottiglie presso la tenuta Fattoria dei Barbi a Montalcino guidata da Stefano Cinelli Colombini.

Ora il protocollo di produzione ‘Onlywine’ prepara lo sbarco sul mercato, con l’intenzione dei ricercatori universitari di tradurlo in una linea di vinificazione da proporre al consumatore che vuole vino naturale al 100%.
Dal momento che il protocollo ‘Onlywine’ non prevede l’aggiunta di additivi chimici (sostanze chimiche, conservanti, proteine di origine animale, e così via), il vino ottenuto può essere consumato anche da soggetti allergici, intolleranti e con regimi dietetici particolari, per esempio i vegani)- sottolinea Angela Zinnai, professore presso il Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agroambientali dell’Università di Pisa e docente del corso di Enologia e analisi enologiche del corso di laurea in Viticoltura e Enologia alla stessa università.

“La prima vinificazione ‘Onlywine’ è stata condotta nel 2013 con uve bianche presso la cantina sperimentale dell’Università di Pisa – racconta Zinnai – I risultati sono stati molto interessanti. In particolare Stefano Cinelli Colombini si è offerto di permetterci di proseguire la sperimentazione, impiegando uve rosse da lui fornite. Così si è ottenuto il primo rosso “Only wine”, nel 2014. Inoltre, si è dichiarato disponibile ad adottare il protocollo che gli avessimo fornito per produrre a livello aziendale”.

Forse un campo d’azione futuro anche per i vini biologici di Roccafiore che stanno conquistando i consumatori di tutto il mondo.
Questo ciò che raccontano i numeri del 2015 della cantina di Todi, che ha chiuso l’anno con un +20% di fatturato rispetto al 2014 ed una produzione di 120.000 bottiglie, registrando anche in questo caso un + 20%.
Un successo confermato anche dalle vendite oltre confine: l’export è infatti il 50% del fatturato ed i Paesi in cui si registrano le migliori performance sono USA, Giappone, Belgio, Svizzera e Cina.
La scelta di orientarsi su una produzione esclusivamente bio sta quindi ripagando gli sforzi profusi in questi anni.

La sostenibilità rimane la regola numero per la cantina Roccafiore, che ora si fregia della certificazione Green Heart Quality, il marchio di sostenibilità ambientale della Regione Umbria.
La Regione “Cuore Verde d’Italia” è la prima a dotarsi di un marchio ecologico pensato per certificare e premiare chi segue una filosofia green. Il Green Heart Quality è assegnato solo a chi rispetta requisiti specifici che fanno riferimento allo sviluppo sostenibile ed alla lotta ai cambiamenti climatici: riduzione delle emissioni di CO2, riduzione dei consumi di energia ed installazione di impianti da fonte rinnovabile.
Regole che da sempre fanno parte della cultura Roccafiore, che si è dotata di un impianto fotovoltaico di 3.000 metri quadri che con i suoi 191 kwatt non consente solo l’autoproduzione di energia, ma permette anche di risparmiare emissioni per circa 90.000 Kg di CO2 all’anno.
A questo si affiancano tante iniziative, come l’utilizzo di bottiglie alleggerite, i biocarburanti per i mezzi agricoli ed un estremo controllo per la riduzione dei consumi idrici.

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