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140 mila tonnellate di rifiuti extraregionali da bruciare: questa la quota individuata dal Governo a carico della Regione Umbria e che si potrà imporre anche con le Forze Armate
inceneritore

Dal 2010 la raccolta differenziata in Umbria è aumentata di circa 20 punti percentuali (tabella a fondo pagina) e con l’adeguamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti si prevede il raggiungimento al 2020 del 68%.

“Ciò – ha detto l’assessore regionale Cecchini – nella convinzione che tale modalità sia un fattore imprescindibile per arrivare alla riduzione dello smaltimento. L’obiettivo di incremento che ci siamo posti nella raccolta differenziata può essere senz’altro raggiunto, come dimostrano i risultati di alcuni comuni umbri medio-grandi.

Elevare le percentuali di raccolta differenziata ed adeguare l’impiantistica di selezione e trattamento del rifiuto indifferenziato per la produzione di CSS, da utilizzare come combustibile in impianti industriali (cementifici e centrali termoelettriche) in sostituzione di combustibili fossili, sono infatti elementi strategici che consentono di minimizzare lo smaltimento in discarica, come previsto dalla vigente Direttiva Europea. L’adeguamento del Piano regionale indica chiaramente – ha aggiunto l’assessore – che il CSS sarà utilizzato in impianti ubicati al di fuori del territorio regionale.

A far sorgere grossi nubi su questo progetto, a parte la stonatura sulla furbizia di scaricare altrove i rifiuti umbri a cui pertanto altre regioni hanno preannunciato lo stop, che viene incontro alla richiesta della maggioranza degli umbri, disposti a sacrificarsi pur di non avere ulteriori inceneritori sul territorio, la notizia che “140 mila tonnellate di rifiuti da bruciare: questa la quota individuata dal Governo a carico della Regione Umbria”.
(Da notare che in Umbria nel 2014 la produzione regionale dei rifiuti è stata di 484.483 tonnellate – n.d.r)

È quanto ha  dichiarato il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, in una nota firmata anche dal senatore del M5S Stefano Lucidi e dal consigliere comunale di Terni Thomas De Luca.
“È arrivata il 29 luglio in lettura alle amministrazioni regionali – spiega Liberati – la bozza del decreto attuativo dell’articolo 35 dello Sblocca Italia.
Gli inceneritori ternani sono gli unici due impianti presenti in Umbria in grado di accogliere questa folle richiesta.

Entro breve termine il piano sarà operativo attraverso una lista definitiva di siti d’incenerimento che verranno dichiarati ‘strategici’, resi attivi anche attraverso l’intervento delle forze militari qualora i territori intendano opporsi a tali scelte”.

Se così fosse, è certo che molti umbri ragionerebbero in prima battuta come Renzi ha fatto in merito alle pensioni baby in Grecia “non tocca a noi che le abbiamo eliminate pagarle”. Ma in seconda battuta direbbero: “ma chi ce lo fa fare a fare la raccolta differenziata”

La Cecchini ha cercato di rassicurare, pur ammettendo il problema, “Come Giunta regionale siamo dunque impegnati in tutte le sedi a sostenere il modello gestionale umbro così delineato, anche nel confronto col Governo nazionale in merito alle recenti modifiche alla normativa statale che configurano la possibilità di impiego degli impianti oggi esistenti anche al trattamento termico dei rifiuti provenienti da fuori regione.
La giunta – ha evidenziato Cecchini – si impegnerà dunque, con tutti i poteri di cui dispone, ad evitare lo smaltimento in Umbria di rifiuti provenienti da fuori regione o che su impianti di incenerimento già esistenti possano essere trattati rifiuti di altre regioni.

Le scelte operate dal governo regionale sono state dettate anche dall’obiettivo di tutela della qualità dell’aria, che è oggetto di particolare attenzione nella città di Terni.
I procedimenti autorizzativi in itinere riguardo alle modifiche degli impianti di trattamento oggi esistenti – ha concluso l’assessore – dovranno quindi tenere conto delle ricadute ambientali e della massima esigenza di tutela della salute della popolazione”.

I dati sulla produzione e raccolta differenziata in Umbria

ComunePop. equivalenteProd. Tot. 2014 (t)%RD 2014%RD 2013 ∆2014-2013
Città di Castello41.71822.20447,8%47,6%+0,2%
Gualdo Tadino15.8207.21954,4%44,9%+9,5%
Gubbio33.17615.84548,7%48,7%0%
San Giustino11.6046.29446,0%45,6%+0,4%
Umbertide17.0848.51771,9%72,0%-0,1%
Assisi34.07216.48949,8%35,6%+14,2%
Bastia Umbra22.70412.18869,6%63,4%+6,2%
Cast. del Lago16.8758.07854,4%50,6%+3,8%
Corciano21.96411.50658,7%56,8%+1,9%
Magione16.4107.44449,5%50,9%-1,4%
Marsciano19.1909.31766,9%64,7%+2,2%
Perugia189.70299.92260,3%59,1%+1,2%
Todi17.8048.09466,6%65,1%+1,5%
Foligno59.06932.73352,3%45,8%+6,5%
Spoleto40.20722.34439,1%36,7%+2,4%
Amelia12.2575.93632,0%30,0%+2,0%
Narni20.6348.66941,8%41,8%0%
Orvieto22.50812.02439,6%38,0%+1,6%
Terni113.52663.55143,2%44,0%-0,8%
Totale 19 comuni726.324378.37452,4%50,2%+2,2%

Complessivamente, su 92 comuni ve ne sono 13 che hanno superato l’obbiettivo del 65% fissato dal Piano Regionale (Bettona, Umbertide, Torgiano, Bastia Umbra, Lisciano Niccone, Giano dell’Umbria, Fratta Todina, Montecastrilli, Marsciano, Todi, Alviano, Montecastello di Vibio e Fossato di Vico) ed altri 19 che hanno comunque superato l’obbiettivo del 50% (Collazzone, Panicale, Gualdo Cattaneo, Deruta, Montecchio, San Venanzo, Cannara, Massa Martana, Campello sul Clitunno, Perugia, Corciano, Attigliano, Piegaro, Città della Pieve, Gualdo Tadino, Castiglione del Lago, Valfabbrica, Paciano e Foligno).

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