Il test eseguito dal laboratorio delle dogane di Roma per la rivista “Il test,” su 20 campioni di un prodotto dichiarato olio extra vergine d’oliva, rischia di spaccare l’associazione Federolio, con due noti produttori umbri che potrebbero risentirsi per le valutazioni negative sul test ( definito soggettivo) dal presidente dell’associazione a cui appartengono.
Le due note aziende umbra hanno passato con voti brillanti l’esame ma i concorrenti s’erano ridotti strada facendo ad 11 perché la “giuria” ha declassificato ben nove dei 20 prodotti da extra vergine a vergine con conseguenze che si dovrebbero riflettere sul costo di vendita.
Per il presidente di Federolio l’indagine condotta da Il Test sarebbe censurabile, in quanto non è ricorsa alla revisione da parte di altri due panel.
Per di più, le modalità di prelevamento e conservazione dei campioni non sembrano seguire le procedure corrette.
Le osservazioni di Federolio, tuttavia, non hanno fermato il procuratore di Torino Raffaele Guariniello che ha aperto un fascicolo a carico di ignoti e avviato i campionamenti di rito ipotizzando frode in commercio, visto che tra l’olio extravergine e quello vergine la differenza di prezzo sugli scaffali di negozi e supermercati può essere superiore al 30% .
Intanto le due aziende umbre si godono la promozione