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Un 39enne disoccupato e residente a Todi, nonchè un 49enne disoccupato di una frazione di Massa Martana sanzionati solo blandamente per ripetute angherie e violenze sulle loro compagne
donne violenza

Nel romanzo del 1960 “il giorno della civetta” Leonardo Sciascia  fa pronunciare a don Mariano una frase destinata a divenire celeberrima
« Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà
Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… »

Tra queste varie categorie di umanità sembrano proprio  ominicchi i due che il Comando della Compagnia Carabinieri di Todi, attraverso le Stazioni di Massa Martana e Monte Castello di Vibio, ha fermato per una lunga serie di violenze e soprusi verificatisi nei confronti  di due donne.

Nel primo caso, in una frazione del comune di Massa Martana, un 49enne disoccupato del luogo, dedito all’alcol e gravato da trascorsi giudiziari, dopo aver sottoposto la propria moglie convivente, invalida civile, a continui maltrattamenti, consistiti in violenze fisiche e umiliazioni, è stato tratto in arresto dai militari della locale Stazione CC, intervenuti  per l’ennesima volta in soccorso alla donna.

In quella circostanza l’uomo, dopo aver malmenato la propria consorte, con una motosega, minacciava la stessa di tagliarle la testa e nel contempo aggrediva, con lo stesso arnese, anche i militari intervenuti sul posto, che cercavano di calmarlo.
Costoro immobilizzavano l’uomo e lo traevano in arresto per i delitti di lesioni, maltrattamenti in famiglia e resistenza a Pubblico Ufficiale, quindi, dopo le formalità di rito, lo accompagnavano presso la Casa di Reclusione di Spoleto.
Il GIP del Tribunale di Spoleto, su richiesta del Pubblico Ministero, convalidava l’arresto dei CC e sottoponeva l’indagato alla misura alternativa degli arresti domiciliari, presso un’abitazione diversa da quella coniugale.

Nel secondo caso i Carabinieri di Monte Castello di Vibio, che hanno accertato i maltrattamenti subìti da una 31enne albanese del luogo, in presenza dei figli minori e da oltre un anno, consistiti in violenze, offese e minacce daparte del marito, suo connazionale, un 39enne disoccupato e residente a Todi, già noto alle Forze dell’Ordine , hanno dato esecuzione alla misura cautelare del “divieto di avvicinamento” ai luoghi frequentati dalla donna, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Spoleto nei confronti dello straniero.

Due provvedimenti che non lasciano certo tranquille le due donne vittime dei maltrattamenti per nulla convinte che le blande sanzioni siano sufficienti ad evitare ulteriori e peggiori angherie

 

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