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Lettera aperta de Il coordinamento di Cittaperta TerniDinamica

Dopo il drammatico omicidio senza motivi da parte di un ubriaco, ce ne sono in giro di tutte le nazionalità e razze e questo bisognerebbe non dimenticarlo, la lettera, che di seguito riportiamo, de Il coordinamento di Cittaperta TerniDinamica, ripropone un tema che TamTam aveva sollevato tempo fa ed a cui altri riescono a dare risposte migliori tra Gualdo Cattaneo e Pantalla di Todi, senza dover chiedere aiuto pubblico e senza che i loro ospiti balzino all’onore della cronaca nera.

Come si evince dalla lettera, a Terni per assistere un esule o migrante si spendono 30 euro al giorno( da altre parti si arriva anche a 40) che fanno in media (900 euro) quanto percepisce se va bene un giovane che lavora 8 ore al giorno ed invece……

“I drammatici fatti accaduti non troveranno mai una spiegazione nè il tempo potrà lenire il dolore di quanti conoscevano David Raggi.

Rimane in tutti la domanda se si fosse potuto fare di più.

Maggiore consapevolezza dei fenomeni sociali che interessano la nostra comunità e che ci fanno confrontare con dei repentini cambiamenti delle regole del vivere civile.

Maggiore analisi di un fenomeno, quello dell’immigrazione, che dovrebbe riguardare il DNA di questa città che con esso dalla fine dell’800 è cresciuta  e prosperata.

Maggiore capacità di risposta ed organizzazione nel gestire nuovi bisogni e nuove speranze.

Ma da qualche parte si dovrà pur cominciare.

Esiste una area grigia dove l’assassino di David ha potuto muoversi indisturbato.

Quella zona che si colloca tra immigrati regolari e clandestini.

La zona dei rifugiati politici chiedenti asilo.
Nella provincia di Terni ne sono ospitati circa un centinaio, il dato non è stabile in quanto c’è molta mobilità, nel nostro comune ne risiedono poco più della metà.

Sono ospitati dalla Caritas e dall’Arci, associazioni che hanno vinto l’appalto della Prefettura per questo servizio (vitto e alloggio) e che ricevono circa 30€ giornalieri per ogni richiedente.

Ma solo questo non basta.

E’ evidente che il problema nasce una volta che questi rifugiati sono svegli ed hanno mangiato.

Senza nessun controllo o guida sono liberi di vagare senza una meta, mendicando, bighellonando (quando va bene e talvolta infastidendo le persone più deboli, donne ed anziani) tra bar, sale scommesse, supermercati, parcheggi e quant’altro.

Noi, come avviene in Europa, chiediamo al Sindaco e all’assessore regionale alla sicurezza di intervenire nelle more del servizio per la presa in carico nelle ore diurne fino al loro ricovero di questi soggetti.

Nel nostro caso il modello della presa in carico da studiare può essere simile nella metodologia a quello che ha visto Terni e l’Umbria all’avanguardia in Italia nell’applicazione della legge Basaglia con la creazione delle case famiglia per ex pazienti psichici.

Piccoli gruppi seguiti da operatori professionali e non volontari che abbiano la conoscenza e l’esperienza per gestire situazioni critiche di disagio mentale o sociale. Programmando un percorso formativo e di accompagnamento che li motivi e li tenga impegnati.

Questo a tutela dei residenti ma anche a tutela dei richiedenti asilo sempre più mal sopportati dai cittadini ternani e che crediamo, per la loro dignità, desiderino impiegare con costrutto il loro tempo.

Così potranno utilizzare questo periodo, che li separa dall’accoglimento o meno della richiesta di asilo, per formarsi ai doveri e ai diritti di cittadinanza, imparando la lingua e le regole della civile convivenza ed inoltre essere avviati alla formazione al lavoro anche attravero lavori socialmente utili.

Questa, a nostro giudizio, è la risposta che il comune, che si definisce europeo e progressista, può dare immediatamente affinchè  quanto accaduto sia difficilmente ripetibile magari reperendo risorse dal piano di sicurezza recentemente approvato.

Facendo si che si passi dalla facile ed effimera “pietas “ad una più impegnativa ma duratura applicazione dello stato di diritto.”

 

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