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Due nuovi temibili nemici: la Vespa velutina che avanza dalla Ligura e l’Aethina tumida sbarcata lo scorso settembre in Calabria
api

Come è noto una “predizione” scientifica collega la scomparsa delle api con la fine dell’uomo della terra.

Se così è, le cose hanno preso un brutto verso: non bastavano i neonicotinoidi, la varroa ed i cambiamenti climatici, ora le api e l’apicoltura italiana e regionale devono vedersela anche con due nuovi temibili nemici: la Vespa velutina che avanza dalla Ligura e l’Aethina tumida sbarcata lo scorso settembre in Calabria.

Questi alcuni dei temi che saranno affrontati nel corso dell’incontro organizzato dalla Regione Umbria a Perugia, presso la sala polivalente della Camera di Commercio di Via Cacciatori delle Alpi, il prossimo 11 marzo alle ore 9.
Durante l’incontro, che sarà presieduto dall’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini, saranno illustrati i risultati del progetto di ricerca nazionale del MiPAF denominato BeeNet (apicoltura in rete), che si compone di una rete di monitoraggio estesa e capillare, presente anche in Umbria, e di un sistema di segnalazioni di eventi anomali che rappresentano lo scheletro dell’indagine sulle problematiche che affliggono l’apicoltura italiana.

Durante la riunione, cui prenderanno parte anche un rappresentante del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura (CRA – Unità di ricerca di apicoltura e bachicoltura (API) di Bologna, oltre che docenti dell’Università degli Studi di Torino e di Bologna, saranno esposti i risultati del progetto “BeeNet” relativi agli anni 2013 e 2014 e saranno delineate alcune prospettive per il contenimento sia della Vespa velutina (calabrone asiatico) che dell’Aethina tumida (piccolo coleottero dell’alveare).
Sarà inoltre illustrata la sintomatologia degli avvelenamenti e delle patologie riscontrabili nell’alveare.

“Da questo incontro  – afferma l’imprenditore agricolo e apicoltore nursino Silvano Agabiti – auspichiamo non solo risposte in merito a tutti i possibili strumenti di contenimento di questi due gravi parassitosi in grado di fronteggiare l’emergenza ma anche l’avvio di una stretta sinergia di tutti gli apicoltori che più direttamente, come e veri e propri operatori ecologici, vivono e conoscono il territorio, per esperienza e attraverso le loro api, tanto utili all’agricoltura”.

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